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Tacconi: "Schillaci un fratello, lo porterò nel cuore. La rissa con Baggio? Tutto vero"

Tacconi: "Schillaci un fratello, lo porterò nel cuore. La rissa con Baggio? Tutto vero"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Oggi alle 12:08Serie A
di Simone Lorini

Stefano Tacconi, ex compagno di Totò Schillaci alla Juventus e in Nazionale, sulle colonne del Secolo XIX dedica il suo personale ricordo all'amico scomparso ieri: "Un ricordo dolce, di amicizia vera, abbiamo condiviso insieme tanto. Sì, un fratello. Anche se quando era arrivato alla Juve, ora posso dirlo, era diventato praticamente il mio figlioccio. Era spaesato, preoccupato, non capiva come fare ad ambientarsi e io da capitano l’avevo preso sotto la mia ala protettiva".

Com’era Schillaci prima di Italia ’90?
"Era forte. Ma era stato catapultato da una realtà troppo lontana dalla nostra, per quello l’inizio non era stato semplicissimo. Però sapevamo tutti che sarebbe esploso il suo talento, conoscevamo il suo valore e che quello che faceva al Messina lo avrebbe rifatto anche nella Juve. Infatti segnò tanto e noi vincemmo Coppa Italia e Coppa Uefa".

Molti vostri compagni di Nazionale hanno sottolineato la sua importanza per Schillaci anche prima del Mondiale. Hanno ragione?
"In Nazionale c’erano tante personalità forti, lui era introverso di carattere, gli serviva uno come me per inserirsi. Mi voleva bene e mi permetteva tutto, anche di prenderlo in giro".

Italia-Austria, la partita non si sblocca. Entra Totò e inizia la favola...
"Dopo il gol venne ad abbracciarmi, quel momento non potrò mai dimenticarlo, lo porterò sempre nel cuore. Quando ho visto che sarebbe entrato in campo glielo dissi: “Vai e fai gol, questo è il tuo anno”. È andata così ed è corso ad abbracciarmi".

E la famosa rissa con Baggio? Leggenda o realtà?
"Tutto vero. Totò attraversava un periodo difficile, era spesso agitato. Roby lo ha visto nello spogliatoio che leggeva il giornale e per scherzare aveva cominciato a dare schiaffetti sui fogli. “Minchia” una volta, due volte, poi tre... Alla fine gli ha tirato un pugno. E Boniperti multò tutti, mica solo loro due, perché la cosa non sarebbe dovuta uscire dallo spogliatoio".

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