Sassuolo, Giovanni Rossi: "La famiglia Squinzi mi ha permesso di vivere un sogno"
10.50 - Giovanni Rossi saluta il Sassuolo. Il direttore sportivo del club neroverde non rinnoverà il contratto e saluterà Sassuolo dopo una lunga militanza, iniziata ai tempi della Serie C1. Tra poco la sua conferenza stampa d'addio dal Mapei Football Center. Start previsto ore 11.
11.05 - Inizia la conferenza stampa.
Il saluto iniziale è dell'amministratore delegato Giovanni Carnevali: "Come avete avuto modo di leggere nel comunicato abbiamo deciso di interrompere assieme a Giovanni Rossi il rapporto che lo lega al Sassuolo Calcio, direi un rapporto speciale, particolare, in quanto con Giovanni ci lega una conoscenza di tanti anni, da quando il Sassuolo era in Serie C. Una lunga permanenza a parte una piccola sosta, per cui non posso altro che ringraziarlo per quello che ha fatto. Lo devo ringraziare per la sua professionalità, la sua competenza, per il lavoro che ha svolto con noi. Mi sento di dire che ci lega un rapporto speciale, d'amicizia, e soprattutto un grande rapporto di fiducia. Questo però è il nostro mondo e assieme abbiamo pensato di lasciarci, magari un giorno ci ritroveremo, e quello che mi sento di dire è dare un grande in bocca al lupo con un abbraccio di cuore perché Giovanni ha legato molto con questa società e noi dobbiamo dare tanto a lui. Grazie Giovanni".
Le parole del presidente Carlo Rossi: "Con Giovanni mi lega un rapporto intenso, abbiamo iniziato nel 2006, eravamo in C1, dopo la promozione Bonato ci lasciò e Giovanni Rossi dopo una piccola indagine di mercato e anche compatibilmente con le possibilità economiche del tempo è stato assunto per la prima volta nel Sassuolo. Lo ringrazio, ha dato un impulso notevole al Sassuolo, ha portato giocatori e allenatori di primo piano, poi è andato alla Juve per fare esperienza e siccome ci eravamo lasciati bene è tornato quando ne avevamo bisogno è tornato per affrontare l'ultimo passo per andare in A. Giovanni è una persona chiara, sincera, limpida e mi dispiace che ci dobbiamo separare. Bisogna essere realisti, forse conviene puntare su persone nuove e che riescano a darci degli impulsi nuovi, per poter risalire la china anche se sarà difficile e noi puntiamo a fare bene nel prossimo futuro. Senz'altro non rimarrà disoccupato a lungo perché è stimato e gli faccio i miei ringraziamenti per quello che ha fatto per noi".
Le parole di Giovanni Rossi: "Buongiorno a tutti. Ho fatto 14 anni qui, ho avuto la fortuna di lavorare con grandi persone che mi hanno insegnato, mi hanno migliorato come uomo e professionista. Ci tengo a ringraziare personalmente proprio di cuore tutta la famiglia Squinzi perché mi ha permesso di vivere un sogno e di crescere esponenzialmente professionalmente in maniera enorme. Ringrazio tutte le persone che hanno condiviso questi momenti con me, lo staff sanitario, tutti i dipendenti. Scusate se dimentico qualcuno ma non è semplice. Ci tenevo a metterci la faccia. Ieri era il mio compleanno. Io sono Gemelli, dentro di me sono felice per quanto fatto ma al tempo stesso arrabbiata per come è finita. Questo è il calcio, bisogna andare avanti. Abbiamo preso questa decisione assieme per programmare, andare avanti, per me ci sono tutti i presupposti per fare bene".
Com'è maturata la decisione? Quanto ha inciso la retrocessione?
"Non voglio dire che sia maturata per come è finito. Noi ci conosciamo tanto bene e sarei ipocrita a dirti quando è maturata, non è maturata, le decisioni vanno prese. Per come è maturata non ne vale la pena, non è il momento. Bisogna pensare al bene del Sassuolo e penso che questo sia il bene del Sassuolo".
Il mercato non è stato secondo le attese. Le scelte fatte sono state un po' obbligate o facevano parte dell'esigenza del momento?
"Di obbligato a Sassuolo non c'è mai stato niente, ci sono state sempre scelte condivise. I meriti vanno divisi così come i demeriti, nessuno ci ha mi detto di far questo o quest'altro. Quando lavori nel calcio tante ciambelle vengono con il buco e qualche ciambella non riesce".
Qual è stato l'errore più grande quest'anno? Qual è il rimpianto più grosso?
"Il rimpianto è la retrocessione, sicuramente. Se mi guardo indietro non sono abituato per me non c'è un errore, secondo me non è mai una sola cosa che determina il risultato, ci sono tante cose che non si sono incastrate nel modo giusto ma ad oggi non è la ragione principale. Chi arriverà dopo di me deve pensare a ricostruire e penso che il Sassuolo abbia tutti i mezzi per poter ricreare un sogno".
Quanto ha influito l'infortunio di Berardi?
"È una delle regioni che ha contribuito. Credo che sia molto importante perché sono qua da tanti anni, anche non pensare e uno deve iniziare che si possano ottenere dei risultati anche senza Berardi perché quando hai un'assenza di un giocatore che quest'anno ha avuto una lesione del menisco e del tendine, mentalmente puoi andare in difficoltà".
Quanto di buono c'è nel Sassuolo di oggi per il Sassuolo di domani?
"Credo che nel calcio e nella vita il tempo sia sempre galantuomo. In questo momento vediamo tutto nero ma non è così nero. Siamo amareggiati come è normale ma sono convinto che ci sono dei valori dentro la squadra, poi per varie situazioni, per come si è incastrata l'annata non sono riusciti a esprimerlo al meglio e sono convinto che il tempo mi sarà testimone".
Quando hai preso questa decisione? In questi anni di Sassuolo quale scegli come bel ricordo?
"Noi internamente ci conosciamo molto bene, non è una situazione presa per un tal mese, tal giorno, è una decisione che quando le persone si guardano in faccia ed è giunto il momento, abbiamo deciso di farla sempre per il bene del club. Il ricordo più bello? Ne ho troppi di ricordi belli. Devi considerare che quando io sono arrivato qua non cera nemmeno lo stadio Ricci, abbiamo dovuto ristrutturarlo, figuriamoci quanti ricordi ho dalle vittorie dei campionati agli allenatori che ho avuto, il centro sportivo, secondo me è sbagliato dire una sola cosa".
Quali colpi di mercato ricorda in maniera positiva e negativa?
"Chi mi conosce, io ho sempre odiato quelli che dicono 'io ho fatto questo, quello' e nello stesso momento spetta a voi giudicare. Non mi piace eleggermi paladino della giustizia, lascio agli altri il giudizio sia nelle cose positive che nelle cose negative".
Abbiamo visto ieri il risultato della Primavera, si poteva fare qualcosa di più con i giovani?
"Quando sono arrivato qua non c'era nemmeno la Primavera. Ad oggi credo che il settore giovanile del Sassuolo sia un fiore all'occhiello. Credo abbia anche una funzione sociale, abbiamo creato uomini e professionisti, non è solo arrivare al Sassuolo ma ce ne sono tanti che giocano in Italia e credo che i risultati vadano giudicati a 360° e sono molto orgoglioso di quello che è stato fatto da Palmieri e da chi l'ha preceduto, vedendo dove siamo partiti e credo si po
Stiamo parlando tanto del passato e del presente ma il futuro? Sa già cosa farà?
"Non lo so, non credo sia il momento. La cosa principale è lasciare una famiglia dove sono stato benissimo, dove ho ottenuto tanto. Il futuro poi lo vedremo".
Si è parlato tanto in estate con il suo nome associato alla Juventus, il suo amico Allegri lo voleva. È vero?
"Io credo che all'interno c'è una società, ha optato per prendere Giuntoli. Il rapporto che mi lega con Allegri è un rapporto di amicizia, di stima, lo ritengo uno dei più bravi in Italia".
Al primo anno di Serie A disse che c’erano stati tanti calciatori che non volevano venire a Sassuolo e che poi avrebbe fatto i nomi, cosa che non ha fatto. È giunto il momento: chi rifiutò il Sassuolo?
"Questo è uno dei miglioramenti che ha fatto il Sassuolo e dovrà fare ancora. Al primo anno c'erano delle difficoltà, tutti ci davano per spacciati, non conoscevano la forza della famiglia Squinzi, dopo invece queste si sono risolte e c'erano molti problemi a convincere sia allenatori che giocatori a venire a Sassuolo".
11.27 - Termina la conferenza stampa.