Roma, la convivenza complicata tra Dovbyk e Dybala sarà un tema di riflessione

L'ultima prestazione anonima offerta da Artem Dovbyk nel derby ha riacceso il dibattito: l'investimento da circa 40 milioni fatto la scorsa estate non può essere svilito, ma quali sono i motivi per concedere ancora un chance al centravanti ucraino e non prendere in considerazione l'ipotesi di una cessione?
Se lo chiede questa mattina Il Messaggero, che innanzitutto evidenzia come i numeri, effettivamente, siano dalla sua parte: 16 gol in 39 gare. Non male per un giocatore che al primo anno in Italia - con tutti gli ambientamenti del caso - ha cambiato tre allenatori: De Rossi, Juric e Ranieri. Questa situazione tecnica, unita a quella personale legata alla guarra in Ucraina, non possono non influire sul giudizio finale. Inoltre, nei precedenti a Dnipro, Dovbyk è andato sempre in crescendo nel corso della seconda stagione. E come se non bastasse c'è anche una mera questione economica. Per privarsene, considerando l'ammortamento del cartellino, la Roma dovrebbe ricavarne almeno 25 milioni, una cifra che non dà accesso all'acquisto di un centravanti certamente più forte.
Tuttavia, c'è da considerare anche il rovescio della medaglia. Dovbyk è un attaccante che vive per il gol, che fuori dall'area di rigore sembra smarrirsi, e questo nonostante un fisico che lo renderebbe, per caratteristiche, un futuro Lukaku. Soffre nel giocare spalle alla porta, fa fatica a far salire la squadra e addirittura non riesce sempre a stoppare la palla laddove è marcato in modo stretto. Servirebbe dunque un allenatore che giochi in verticale, che usi ali vere, il che escluderebbe Dybala. E se l'argentino dovesse rimanere, questa situazione dovrà certamente essere argomento di riflessione per il futuro tecnico giallorosso.
