Quanti uomini mercato in casa Lipsia. Ma i Bibitari ora sono una bottega carissima
L'Inter di Simone Inzaghi affronterà oggi il RB Lipsia in Champions League. Nerazzurri reduci dalla straordinaria vittoria per 5-0 al Bentegodi, campo di casa Hellas Verona, stop a sorpresa dei bibitari tedeschi per 4-3 in casa dell'Hoffenheim. Un momento complicato per la formazione del nuovo deus ex machina del progetto, Jurgen Klopp: dopo la sosta era attesa, cercata, sperata e voluta la ripartenza ma nelle ultime tre gare sono ora due i ko con un pareggio, e il Bayern ora a +8 in testa al campionato e il Lipsia terzo. Una rosa comunque di altissimo valore e ricca di uomini mercato.
Sesko la star del futuro
Si è parlato lungamente, anche in Italia, anche per la Serie A, di Benjamin Sesko in ottica calciomercato. Un giocatore ora troppo costoso per le nostre latitudini: il gigante d'attacco, versatile, duttile, letale arma reale del RassenBall Sport Leipzig è uno destinato alle grandi di Premier League. Addio Italia, ed è possibile che l'assunto valga anche per Loic Openda, che il Milan pure ha provato a prendere prima di andare poi su profili di maggiore esperienza come Alvaro Morata, quando Openda era al Lens.
La fabbrica del talento. A caro prezzo
Del Lipsia tanto s'è detto e scritto, pure che Ralf Ragnick che è stato uno dei suoi grandi creatori e fautori ha ispirato (e in parte pure rovinato, ma mica per sue colpe) le fantasie e le brame di tante proprietà arrivate dagli States. Adesso è diventata una bottega carissima, come non mai. Arrivare ai giocatori del Lipsia, non solo Sesko e Openda, ma pure Castello Lukeba o Lutsharel Geertruida, Amadou Haidara o El Chadille Bitshiabu, costa carissimo e lo stesso vale anche per Antonio Nusa e via discorrendo. Il punto è che ci hanno creduto più di altri, spendendo tanto ma certi di guadagnare ancor di più in futuro. In Bundes si può, a Lipsia si può. Un modello che altrove non sarebbe replicabile, nonostante i pensieri di molti. Ma visto che lì sì, allora bravi i bibitari a prender alla guida uno che di talenti e trofei s'intende come Klopp. Per fare ancora un altro scalino. E per far pagare, un domani, ancor più cari i propri gioielli.