Pecci: "Bologna forte, ma meccanismo Champions una presa per il c**o"
Eraldo Pecci, ex centrocampista di Torino, Fiorentina e Bologna, è intervenuto ai microfoni dei media presenti, tra cui TMW, a Santa Maria a Monte, in occasione del Premio Nazionale Romano Fogli Classe e Lealtà Mondiali: "Lui è stato un punto di riferimento nel calcio di una volta con persone di un altro tempo. L'ho un po' inseguito, ma era inarrivabile. Nel settore giovanile del Torino erano in camera Romano Fogli, Giorgio Ferini e Lido Vieri. Capite... Quando ancora si giocava a calcio e non c'erano tutti questi scienziati. Oggi l'importante è darsela a bere".
Ci sono delle analogie tra il Bologna di Fogli e quello di adesso? Quello fece grandi cose in Champions, questo potrà farle.
"Prendiamo quello che vuoi, ma è come quando dai un voto all'ONU a Sri Lanka o lo fai votare per il nucleare, o San Marino. Il Bologna in Champions adesso c'entra poco, è tutto il meccanismo che vuol fare dei soldi. La stagione dell'anno scorso è stata esaltante, ci togliamo il cappello, ma...".
C'è un po' di scetticismo sul Bologna?
"No, c'è sul meccanismo. Anche se vinci un'amichevole sembra che hai vinto il Mondiale. Cosa c'entrano la quinta e la sesta in Champions? La deve fare la prima... Tutto scorre dietro i soldi, non ci sono mai stati tanti soldi, così come non ci sono mai stati tanti debiti. Forse sarà il caso di rivedere il meccanismo".
Da quel punto di vista il Bologna non ha avuto problemi.
"Niente da dire, voglio fare a tutti i complimenti. Però non parliamo di Champions perché è una presa per il culo".
La Fiorentina come la vede?
"Quando è arrivato Italiano sembrava che avesse una carica che dovesse esplodere in qualche maniera, poi, malgrado abbia giocato finale, l'ha un po' persa. Mi sembra un po' sgonfia, vediamo se riesce a rigonfiarsi e a fare il pieno. Sul centrocampo mi esprimerò tra qualche giornata".
Italiano a Bologna è stata una scelta giusta?
"Lo dico a fine campionato... Le prime non contano niente, Pioli e Allegri erano partiti bene anno scorso, poi sono stati allontanati. Se ne parlerà più avanti, ora è sciocco farlo".
Vanoli le piace?
"Sì, mi piacciono molto gli allenatori bravi. Quelli bravi sono Thiago Motta e Conte perché uno ha fatto spendere 160 milioni alla Juventus, l'altro 150 a De Laurentiis. Vedrete che qualcuno tra quelli che hanno comprato andranno bene".
Sembra però l'annata buona per il Torino.
"Il Torino arriva sempre nono, decimo o undicesimo. Se arriverà quinto saremo tutti contenti, ma aspettiamo almeno Natale per dare giudizi".
Che ne pensa del caso Theo Hernandez e Leao?
"Credo che si siano comportati male, anche nel rispetto dei compagni. Il gruppo è il gruppo, è importantissimo. Tutti si aspettano da loro delle prestazioni da leader, sono loro che fanno la differenza. Fare una gara bene e una male non basta, se fai il calciatore e sei permaloso, vai a fare la merenda da solo, non va bene".
Che metamorfosi c'è stata in pochi mesi per l'Italia?
"L'altra sera abbiamo visto 6 centrocampisti e 3 difensori, come all'epoca di Bearzot. A volte per andare avanti bisogna tornare indietro, tutti questi scienziati... Bisogna mettere in campo la gente che sa giocare a calcio, la tattica serve a chi è più debole. Se un pugile viene menato deve capire come non farsi menare, ma sennò non ti serve. Spalletti all'Europeo non mi sembrava lui neanche nelle dichiarazioni, aveva perso la misura. Un allenatore non ti fa giocare bene, non gli vanno dati troppi meriti o colpe. Vince il campionato sempre il Real Madrid, il City, il Bayern... Chiunque sia l'allenatore. Come mai?".