Milan, Leao ancora in panchina: ha 4 anni di contratto. Così la svalutazione è dietro l'angolo
Non doveva essere titolare contro il Bologna, non lo sarà questa sera contro il Napoli. Continua il momento buio di Rafael Leao, attaccante del Milan, il più pagato della rosa con i suoi 6,5 milioni di euro più bonus fino al 30 giugno del 2028. Una clausola risolutoria da 175 milioni per l'estate che in questo momento sembra davvero più un orpello, come quelli dei club spagnoli di inizio millennio che sparavano 100 milioni per ogni giocatore lontanamente promettente che usciva dalla cantera. Per il tecnico Paulo Fonseca è tutto molto normale: "Se c'è un caso Leao? No, l'allenatore non lo sta facendo giocare, perché se lo facessi giocare non ci sarebbero problemi. Ma sono cose normali nel calcio: alcuni giocano, altri no. Io penso sempre a diverse cose quando scelgo. Per me questo è molto normale".
La scelta è chiaramente tecnica su vari livelli, ma la sensazione è che non ci sia per niente feeling fra le parti. Come per Theo Hernandez, solo che non c'è un suo vice vero e proprio, mentre Okafor è comunque un ottimo giocatore e può essere un buon sostituto, anche se magari di un livello sotto. Comunque migliore di molti altri giocatori di Serie A. Dunque questa è una battaglia di Fonseca che trova terreno fertile perché Leao non gode di buona stampa, né di particolare simpatia da parte dei tifosi.
La realtà però è che così si svaluta un patrimonio, ammesso e non concesso che questa non sia un alibi per cederlo il prima possibile. Questa è evidentemente una visione estrema e probabilmente non aderente alla realtà. Però, come si è visto con Lukaku con il Chelsea, è un attimo passare da 115 milioni ai prestiti anno dopo anno.