La Serie A osserva Dejan Joveljic. In Serbia è già il nuovo Icardi
In Serbia non sono mai avari nell'elargire paragoni pesanti, e anche il caso di Dejan Joveljic non ha fatto eccezione. Giovanissimo attaccante prodigio, nato però in Bosnia, a Bijeljina, nel '99, si è messo in mostra - ed è dir poco - facendo la trafila giovanile con la Stella Rossa, approdando in prima squadra già nel finale della passata stagione, quando il club della capitale serba aveva di fatto già ipotecato la conquista del titolo. E alla prima da titolare, il 5 maggio scorso contro lo Spartak Subotica, ha subito trovato il modo di attirare tutti i riflettori su di sé, mettendo a segno una doppietta nel 4-0 delije. In termini di rendimento, però, fanno spavento i numeri della stagione 2017-18 giocata con l'U19, nella quale ha gonfiato la rete delle porte avversarie per ben cinquantuno volte. Quest'anno, poi, sono arrivate ulteriori conferme. Il solito vizietto del gol alla prima non l'ha abbandonato e all'esordio in campionato, il 20 luglio contro la Dinamo Vranje da titolare, ha segnato ancora una volta insaccando la seconda rete nel 3-0 bianco-rosso. E non si è fermato lì, timbrando due volte su due pure in Coppa di Serbia.
A Belgrado gli spazi sono insomma aumentati, ed è arrivata anche la vetrina europea. Non quella della Youth League, pur avendo segnato in tre delle quattro partite da lui giocate nella competizione giovanile, bensì quella principale della Champions. Non da protagonista, non ancora. Di per sé può già però vantare sul curriculum due apparizioni - entrambe le volte da subentrato - contro Napoli e PSG. A 20 anni ancora da compiere, li farà il 7 agosto, non è proprio scontato. E infatti sul conto del nuovo Icardi, così lo raccontano in patria forse anche per somiglianze fisiche tra i due - battaglie contrattuali a parte, visti i tempi - entrambi attaccanti moderni rapidi e strutturati, stanno già cominciando a posarsi gli sguardi interessati di numerosi club europei, qualcuno anche in Serie A. L'investimento per portarlo via da Belgrado non tocca infatti cifre impossibili, e le potenzialità che sta già in parte esprimendo non sono passate certamente inosservate.