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L’Inter rivede la fatal Bologna. La mourinhata di Inzaghi, la rimessa galeotta e il rischio alibi

L’Inter rivede la fatal Bologna. La mourinhata di Inzaghi, la rimessa galeotta e il rischio alibi TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 21:36Serie A
di Ivan Cardia

Ancora tu, ma non dovevamo vederci più. L’Inter cade a Bologna e rivede i fantasmi di uno scudetto perso - anche - inseguendo sogni di gloria poi diventati un po’ più realistici nel corso degli anni. La fatal Bologna, dove i nerazzurri hanno steccato spesso, anche nel campionato successivo, e vinto invece l’anno scorso, nella cavalcata trionfale verso la seconda stella. È difficile, specie pensando all’aggancio di Conte in classifica, per i nerazzurri non pensare a un precedente così ingombrante.

Simone Inzaghi, almeno in parte, lo scaccia ricorrendo all’arte di spostare l’attenzione. Un po’ alla José Mourinho - e non è la prima volta che in questo finale di stagione emerge il parallelo - un po’ all’Antonio Conte, che in carriera ha fatto scenate anche per episodi meno rilevanti. I titoli li decide - con le sue dichiarazioni, intendiamoci - l’allenatore dell’Inter: si parla solo della rimessa. E nemmeno di quella su cui l’Inter ha preso gol come non fosse una delle squadre più forti d’Europa, ma di quella precedente, battuta qualche metro più avanti: non è andata giù alla squadra, ha detto il tecnico piacentino, l’impressione è che non sia andata giù soprattutto a lui.

È una mossa mediatica, la rimessa galeotta, che ha un contesto. È un episodio oggettivamente ai limiti dell’irrilevanza: l’Inter non ha preso gol per quella rimessa, e la poca attenzione alla localizzazione della battuta - specie quando si batte attorno al centrocampo - è abbastanza frequente, figuriamoci nei minuti finali in cui tutti (arbitro compreso) pensano solo a portarla a casa. Il contesto, si diceva, è però quello di un allenatore al quale, per esempio, nelle settimane sono stati rimproverati i passetti fuori dall’area tecnica, un’altra cosa che in Serie A fanno tutti i suoi colleghi e che invece per Inzaghi diventano argomento di discussione. Pensando a un altro episodio controverso del campionato, la rimessa di oggi non è molto diversa dal calcio d’angolo nato dopo un cross di Bastoni su cui la palla era uscita. Se ne parlò a lungo, oggi Inzaghi usa lo stesso metro. Con una differenza, non proprio insignificante. 


“Non deve essere un alibi”, dice Simone davanti alle telecamere. E invece il rischio è che finisca per essere proprio quello. Si prodigherà per evitarlo nelle conversazioni con i suoi giocatori per evitarlo, perché il rumore dei nemici porti ad arrabbiarsi e non a darsi scuse, e ha una squadra abbastanza matura per capirlo. Però il rischio resta: l’Inter oggi non ha perso perché una rimessa laterale è stata battuta 12-13 metri più avanti. Ha perso perché è un po’ stanca, perché alcuni ricambi non sono all’altezza, perché nel finale il Bologna ha meritato di vincere la partita. E invece si parla della rimessa: ha senso finché sposta l’attenzione, ma non deve farlo troppo.

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