Immobile, così l'Europeo diventa utopia. Mai così male da quando è tornato in Italia
Ciro Immobile sta vivendo una delle stagioni più complicate della sua carriera. A 34 anni, il bomber di Torre Annunziata è probabilmente dinanzi a un bivio: deve capire se questo rendimento è figlio esclusivo dell'età che avanza, se è conseguenza di un progetto giunto a naturale conclusione o, magari, semplicemente effetto di una stagione negativa. Difficile dirlo da fuori, ma la prestazione di ieri all'Allianz Stadium - la prima dall'inizio con Tudor in panchina - è stata un po' lo specchio della sua stagione. Neutralizzato dalla difesa della Juventus e senza nemmeno troppi affanni.
E dire che la stagione era iniziata con tutt'altra prospettiva. A settembre, in occasione delle prime convocazioni di Luciano Spalletti da commissario tecnico, Immobile fu nominato capitano dell'Italia. "Fino agli Europei la fascia di capitano sarà di Immobile. Poi vedremo se rimescolare qualcosa", disse Luciano Spalletti lo scorso 8 settembre. Peccato che poi da quel momento in avanti Immobile a Coverciano non ci abbia messo più piede e non per colpa del commissario tecnico: nella Serie A in corso ha realizzato sei gol, dieci in totale contando anche le Coppe. Una media gol non da Immobile, centravanti che per sei anni ha regolarmente varcato la soglia dei 20 gol a stagione arrivando anche a 41 nel 2018 e poi a 39 due anni dopo.
Quello di questi mesi è un rendimento che non si vedeva dagli anni in cui decise di lasciare l'Italia per abbracciare il Borussia Dortmund prima e il Siviglia poi. Un rendimento che allontana ulteriormente la possibilità di vederlo nella lista dei 23 di Luciano Spalletti per il prossimo Europeo: con gare come quella di ieri sera, la sua convocazione è da escludere.