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I rinnovi, Zielinski, lo scudetto, l'addio alla Juve non per CR7 e il mercato: Marotta a 360°

I rinnovi, Zielinski, lo scudetto, l'addio alla Juve non per CR7 e il mercato: Marotta a 360°TUTTO mercato WEB
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martedì 6 febbraio 2024, 00:40Serie A
di Lorenzo Di Benedetto

L'amministratore delegato dell'Inter, Giuseppe Marotta, ha parlato a DAZN all'indomani della vittoria contro la Juventus a San Siro, che ha permesso alla squadra di Simone Inzaghi di prendere il largo, con i nerazzurri adesso a +4 con una partita in meno. Queste le sue parole: "Io sono la punta di questa struttura per anzianità, ma una delle fortune dell'Inter, a parte i giocatori e Inzaghi, sono Ausilio e Baccin. Abbiamo creato una squadra vincente fuori dal campo".

Mercato di gennaio, più che riparare l'Inter ha programmato, con Taremi e Zielinski. Per attrarre parametri zero è importante portarsi avanti?
"Quello che conta è rappresentare una società che è tornata a essere come quella del 2010. Siamo cercati e ricercati. Il discorso su Zielinski: stiamo sondando il terreno, ho parlato anche con De Laurentiis. Se tutto andrà in porto lo annunceremo e lo tessereremo per l'anno prossimo".

Vi aspettavate questo Thuram?
"Ha sempre dimostrato di essere un talento, ha avuto un brutto infortunio. Non lo abbiamo mollato, con Ausilio e Baccin, siamo riusciti a portarlo a Milano a zero e diventerà un campione. Avere un padre come Lilian, di quello spessore, è importante. È un consigliere fondamentale per Marcus".

Come nascono i parametro zero?
"Nascono dal lavoro dell'area tecnica, dagli osservatori che fanno attività di monitoraggio. In questo modo poi si cerca di contattare e negoziare con i giocatori. Per noi è più facile perché rappresentiamo l'Inter. Oggi è più facile rispetto a quando sono arrivato, assolutamente sì. Abbiamo vinto sei trofei, fatto una finale di Champions. Poi sei a Milano, e anche per le compagne dei calciatori è fondamentale questa città".

I rinnovi: di cosa vi state occupando?
"Non abbiamo ansie, non si svincola nessuno. Vogliamo consolidare il rapporto con coloro che manifestano attaccamento alla maglia, come Lautaro e Barella, ma non solo. Non c'è fretta comunque. La cosa bella è che abbiamo a che fare con dei professionisti che stimano l'Inter e il trend della società".

Cosa le ha dato l'esperienza alla Juve e cosa ha portato all'Inter?
"Tutte le mie esperienze sono state importanti per la mia crescita. Quella alla Juve è stata altrettanto importante, che mi ha dato la cultura della vittoria. Cioè perseguire ogni particolare e risolvere ogni problemino. Oggi abbiamo una mentalità vincente, che è stata consacrata nella finale di Champions. Abbiamo perso ma abbiamo capito che ci sono dei margini di miglioramento. Alla Juve ho lavorato per 10 anni, con professionisti, dai quali ho tratto qualcosa di importante per la mia crescita".

La incuriosisce il ritorno di Conte in Serie A?
"In questo momento Antonio Conte è una risorsa che farebbe comodo a tante squadre. Spero che torni in Italia. Devo però spendere una parola anche su Simone Inzaghi. È un allenatore in grandissima crescita, a livello umano e professionale. Parliamo di un maestro e grandissimo merito in questi anni di vittorie sia suo".

Pavard arrivato in estate e pagato tanto.
"Lui è campione del mondo, arrivava dal Bayern. È un giocatore importante. Ieri si faceva un paragone con Bremer, che abbiamo trattato, ma sono diversi. Pavard è un giocatore completo, che fa entrambe le fasi in modo eccellente".

Perché non era d'accordo con l'acquisto di Ronaldo alla Juve?
"Sono passati tanti anni, ci torno per simpatia. Devo riconoscere i 10 anni trascorsi alla Juve, bellissimi. Quando la proprietà ha voluto intraprendere una strategia diversa il manager deve fare un passo indietro e l'ho fatto. Era giusto rispettare la volontà della società. Quella di Cristiano Ronaldo in parte non mi trovava d'accordo, non si discute il giocatore, ma l'operazione era impegnativa dal punto di vista economica. Non è stato quello l'elemento che ha portato al divorzio, il ciclo era arrivato alla fine e si doveva cambiare".

Avesse budget illimitato, che giocatore vorrebbe regalare ai tifosi dell'Inter?
"Ce ne sono tanti. Devo dire una cosa: è molto più difficile avere i soldi a disposizione, se non ce li hai devi lavorare per cercare le opportunità. Dico Bellingham che mi fa divertire, ma non voglio fare nomi".

Ci sono meriti di Conte in questa Inter?
"Il ciclo nuovo è iniziato con Spalletti, poi è stato sviluppato con Conte, con un gruppo che è rimasto invariato per la mentalità vincente e per il gioco. Poi è arrivato Inzaghi che con la sua spensieratezza ha creato un clima divertente, con un grande rapporto con i giocatori. Ci sono meriti di Conte, altri di Spalletti e oggi di Inzaghi. Nello spogliatoio si respira un aria molto positiva, non dovuta solo ai risultati, che sono importanti. Abbiamo tutti bravi ragazzi, ma ancora non abbiamo vinto niente. Abbiamo 13 punti in più dell'anno scorso, un +41 di differenza reti, ma non abbiamo vinto nulla e le insidie più grosse le troveremo nei campi di provincia, a partire per esempio dalla Salernitana, che affronteremo dopo la Roma. Lì dobbiamo dimostrare di essere una grande squadra. Siamo primi ma manca tanto".

Si aspettava che questo gruppo fosse così unito?
"Siamo riusciti a puntellare l'organico, con Ausilio e Baccin. Piero è un bravo direttore sportivo, ne ho conosciuti tanti ma lui è competente. Oggi devi avere una rosa competitiva, non solo 12-13 giocatori. In panchina Inzaghi ha grandi giocatori, poi lui è bravo a valorizzarli".

L'Inter può essere la sua ultima esperienza di club?
"Ho allungato il contratto con l'Inter e sono contento di questo. La scadenza è nel 2027, all'età di 70 anni. Sono innamorato del calcio e vorrei creare una nuova vita per me in questo mondo, a livello politico".

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