Ginter ha detto no a una grande (anche in A) e ha scelto il cuore. Ora l'impresa: fermare la Juve
Sguardo di ghiaccio e spalle larghe, Matthias Ginter è l'uomo che avrà una responsabilità pesante, ancora una volta. Fermare, imbrigliare e anestetizzare Dusan Vlahovic. Lo scontro tra pesi massimi dell'andata, una settimana fa allo Stadium è stata una sfida olimpica. Germania contro Serbia, terre di uomini duri. Solo che Ginter lo è stato di piu, sfruttando beninteso anche una serata da psicodramma sportivo per la punta della Juventus.
Scelta di cuore
Ginter non è a Friburgo per caso, di passaggio, non è un viandante del fussball tedesco. Ha confessato lui stesso in un'intervista esclusiva rilasciata su queste colonne che Friburgo è casa e casa si sceglie col cuore ma anche col pensiero. Ginter ha vissuto la parabola del centrale destinato a un gran futuro: Borussia Monchengladbach, Borussia Dortmund, sulle ali di una carriera in attesa solo dell'ultimo step. E avrebbe potuto essere Italia, avrebbe potuto essere Inter, magari nelle mattonelle di Milan Skriniar. E invece no. E invece il cuore, casa, Friburgo.
Leader silenzioso
In una squadra senza stelle, dove i riferimenti del genio sono delegati alle giocate di Vincenzo Grifo e Ritsu Doan ma dove non ci sono di fatto uomini copertina, Ginter è di fatto quello con più esperienza e background internazionale. Nazionale tedesco, a ventinove anni è il leader silenzioso che il tecnico Christian Streich aspettava da tempo. E lo ha avuto, grazie a una scelta di cuore. Quello che Ginter promette di mettere oggi nello scontro di ritorno con Vlahovic.