Ginter sfida Vlahovic: "Friburgo darà tutto. Siamo davvero ottimisti per la Juve"
Matthias Ginter ha le spalle larghe anche per sopportare la delusione. Quel tocco di mano, "da mezzo metro, involontario", è stato un assist che ha portato al gol di Holer a Torino ma il VAR lo ha ritenuto falloso. "Ma, ripeto, mi è arrivata tra le mani da mezzo metro -spiega il centrale del Friburgo in esclusiva per Tuttomercatoweb.com-. Non potevo vederla prima, non è stata volontaria". Ginter parla alla vigilia del delicatissimo ritorno di Europa League contro la Juventus, dopo l'1-0 bianconero di una settimana fa allo Stadium. Ed è inevitabile partire da lì, da quella decisione, da quel tocco del destino. "Le mie mani erano esattamente davanti al corpo, continuo a non capire la regola: qualche volta l'arbitro fischia, altre no. Alcune volte il VAR interviene, altre no...".
A Torino lo ha fatto. Che gara è stata?
"Non abbiamo certamente giocato il nostro migliori calcio ma il risultato lascia ogni possibilità aperta. Abbiamo perso una sola gara in casa in questa stagione, tifosi e squadra sono eccitati di giocare questa gara. Sarà una sfida di enorme passione".
Lei è stato uno dei migliori in campo: com'è stato sfidare Dusan Vlahovic e impedirgli di segnare?
"Una sfida fisica, molto intensa. La Juventus ha giocatori forti, straordinari a livello individuale e hanno giocato benissimo come squadra all'andata a Torino".
E' un giocatore di grande esperienza, sicuramente quello con l'esperienza maggiore del Friburgo. Cosa vi è mancato all'andata?
"Abbiamo avuto molto possesso palla nella metà campo della Juventus ma non ci abbiamo combinato granché. Dobbiamo essere maggiormente focalizzati sulle occasioni che si presenteranno cercando altrettanto di crearne di più. Allargando il gioco e occupando l'area, questa sarà la strategia e sono davvero ottimista".
Ritorno al passato: è vero che è stato vicino all'Inter in passato? Perché non è mai sbarcato in Italia?
"Posso dire che ho avuto molte opportunità, molte opzione ma alla fine ho scelto di tornare alla squadra dove sono cresciuto. Volevo fare qualcosa di davvero speciale nella mia carriera e non c'era nulla di più speciale, per me, che tornare al Friburgo".