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Feddal: "Appendo le scarpette al chiodo. Farò l’allenatore, Amorim mi ha ispirato"

Feddal: "Appendo le scarpette al chiodo. Farò l’allenatore, Amorim mi ha ispirato"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
mercoledì 21 agosto 2024, 12:12Serie A
di Gaetano Mocciaro

Zouhair Feddal ha detto basta. Chiude un capitolo, quello del calciatore professionista per aprirne uno nuovo. Il marocchino, noto al calcio italiano per i suoi trascorsi con Parma, Siena e Palermo parla delle sue prospettive future, da allenatore. In esclusiva per Tuttomercatoweb.

Zouhair, l'ultima esperienza da calciatore risale a luglio 2023
"Sì, ho aspettato ancora questa estate sperando in qualcosa di stimolante ma dato che non è arrivato nulla non penso più a giocare".

Quanto è stata sofferta la decisione?
"Ho sofferto moltissimo senza calcio e soffro ancora. Ho giocato tutta una vita, ero abituato a fare la preparazione ed è una strana sensazione esserne fuori. Voglio sentire ancora l'erba, lo spogliatoio, comunicare con i giocatori. Sono cresciuto in questo sport".

Hai già idea di cosa farai "da grande"?
"Ho le idee chiare, voglio fare l'allenatore. Ho iniziato già a muovermi per prendere i patentini, in Spagna. Ho preso il livello 1 e a settembre prenderò il livello 2, poi arriverò a il livello 3 FIFA che mi permetterà di allenare in tutto il mondo".

Cosa ti ha portato a puntare a una carriera da allenatore?
"Nella mia esperienza con lo Sporting CP in cui abbiamo vinto tutto ho conosciuto Ruben Amorim che era un tecnico molto giovane ma bravissimo. Mi ha ispirato e devo essere sincero, mi sono rivisto in lui".

C'è stato un momento in cui ti è stata chiara la scelta?
"Sono andato al Valladolid, dove non mi sono trovato bene. Poi la Turchia, un campionato che non conoscevo. Dopo che è andato via l'allenatore, Farioli, si sono succeduti diversi tecnici. Poi è arrivato il terremoto, il campionato che si è fermato. Avevo 33 anni e non avevo giocato molto, mi ero fatto male. Dopo un'estate senza ricevere niente di interessante mi son detto: mi prendo le mie licenze di allenatore, mi preparo e ora voglio venire in Italia per aggiornarmi. Voglio vedere dal campo gli allenamenti".

Hai un sistema di gioco preferito?
"Non ho un sistema preferito, anche perché penso che nel calcio attuale devi adattarti. Non puoi dire: io gioco così, facciamo così".

Nella tua nuova avventura quanto ti sarà utile l'esperienza in Serie A da calciatore?
"Mi ha aiutato moltissimo. Amo il calcio italiano, sono arrivato in un momento forse sbagliato. Ero giovane, ho trovato situazioni complicate: il fallimento del Siena, i problemi al Parma. Al Palermo un prestito veloce, ma ho trovato un tecnico bravo come Iachini. Anche Donadoni era bravissimo, mi ha dato fiducia e minuti per mostrare il mio talento. Nel complesso l'Italia mi ha aiutato a crescere, a superare le difficoltà. ricordo a Parma dove pur senza prendere soldi davamo il 110%".

Ti vedi su una panchina italiana?
"Sono aperto a tutto, parlo costantemente col mio agente e non vedo l'ora di iniziare".

Sono pochi gli allenatori marocchini che si sono distinti negli anni, anche se Walid Regragui è stato l'artefice dell'exploit della nazionale a Qatar 2022
"Allenatori marocchini non ce ne sono tanti in Europa ed è difficile spiegare, magari non hanno avuto tanto successo come calciatori. Di certo io vorrei fare carriera in Europa e lavorerò per quello, perché è il massimo per fare calcio".

Quali allenatori ti piacciono?
"Come detto, Amorim. Lavora moltissimo in allenamento, gli piacciono i giocatori di gamba. E poi tatticamente è bravissimo, è giovane e moderno. Sa come porsi con i giocatori e loro recepiscono subito il messaggio. Ha fame e voglia di migliorarsi sempre e i risultati si vedono: guardate cosa ha fatto allo Sporting CP. Dà spazio e fiducia ai giovani, è la dimostrazione che se sei bravo puoi avere l'opportunità di giocare, a prescindere dall'età. Poi mi piace Quique Setien. E Antonio Conte, per la passione che ci mette, per come è esigente nel lavoro. Dico anche Mourinho per l'aspetto mentale".

Il giocatore più forte con cui hai giocato?
"Il più forte è Paulo Dybala, con cui ho giocato a Palermo. Poi dico Nabil Fekir, davvero fortissimo e sono dell'idea che poteva una carriera migliore".

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