Pagliari: "In Italia manca coraggio, Hojlund l'eccezione. Assurdi i tagli allo scouting"
Ai microfoni di Tuttomercatoweb è intervenuto Silvio Pagliari, noto agente. Si parla a 360° gradi, dai calciatori assistiti, come Manolo Gabbiadini ma anche dell'attività di scouting e dell'attualità nel calcio.
Come sta vivendo Manolo Gabbiadini questa seconda giovinezza?
"Logicamente è un periodo difficile considerando la situazione della Sampdoria. Lui sente questi colori sulla pelle, è voluto tornare in blucerchiato non a caso lasciando la Premier League. Non ha abbandonato la squadra in un periodo complicato. Spero possa centrare la salvezza, che passerà anche dalle sue prestazioni. Lui si sente partecipe e responsabile di questa risalita che è appena cominciata".
Gabbiadini-Samp, ci sono i presupposti affinché possa continuare a lungo l'avventura in blucerchiato?
"Situazione da monitorare. Abbiamo tutti a cuore le sorti societarie perché non c'è in ballo solo una salvezza in campo. Ma per dire cosa succederà serve la palla magica. Navighiamo a vista, vediamo quel che succede".
Godfred Donsah gioca in Turchia, dove c'è un campionato che attinge molto dall'Italia. Lui come si sta trovando?
"Dopo il terremoto si sono fermati perché la squadra, lo Yeni Malatyaspor ne è stata colpita. Il suo portiere ad esempio purtroppo è deceduto. Circa il calcio turco seguono molto il campionato italiano. Ci sono giovani interessanti ed è un torneo in netta crescita. Le prime del campionato sono squadre importanti, lui si trova molto bene, ha due anni di contratto e vediamo che succederà".
Giacomo Vrioni è invece andato al New England Revolution in MLS. Come sta andando la sua avventura?
"Ottima operazione quando è andato al WSG Tirol, squadra dell'azienda Swarowski. In Austria è stato capocannoniere e si sono venute a creare diverse opportunità, tra cui quella della MLS che abbiamo deciso di sposare. Torneo in crescita e si vede, con i club europei che ci vanno ad attingere. Esperienza avvincente, bellissima e non solo per quel che offre l'aspetto fuori dal campo ma anche in campo ci sono squadre attrezzate. Il livello si è alzato molto".
C'è qualcosa che ti ha colpito del mondo calcistico statunitense?
"Se vai al centro sportivo del New England Revolution ti rendi conto di quanto siamo indietro in Italia. E ti arrabbi. A me piace girare anche all'estero e mi rendo conto che a livello di strutture sono più all'avanguardia di noi, non c'è dubbio".
Mario Mitaj è un altro tuo assistito. È un terzino sinistro di grande prospettiva ed è andato alla Lokomotiv Mosca
"Nazionale Under 21 albanese ma ha anche il passaporto greco. L'ho preso che era all'AEK Atene. Bravi gli scout della Lokomotiv Mosca, il suo è stato un trasferimento importante anche dal punto di vista economico. E dico anche che al calciatore devi dare la possibilità di giocare in tanti tornei, non limitandosi a guardare solo a casa propria. Sta vivendo una esperienza importante a Mosca".
Come è strutturata in questo momento la sua società?
"Dopo 30 anni di esperienza siamo ben radicati sul territorio. Abbiamo diverse nazioni sulle quali lavoriamo, con diversi referenti nei vari Paesi. Ho un gruppo fidato col quale amo lavorare".
La tua attività ti porta a viaggiare molto?
"Parto sempre da un presupposto: questo mestiere, fatto in una certa maniera, ti porta a fare tanti km e a girare ovunque per scovare giocatori. È così che funziona, giocatori a casa non me ne ha mai portati nessuno".
Quali sono le nuove frontiere del calcio?
"Quando ho iniziato io c'erano solo 2-3 campionati di riferimento. Ora la figura dell'agente ha preso piede perché i giocatori forti li trovi in tutti i campionati e seguirli tutti è impossibile. E non mi capacito di come i club riducano il gruppo scouting, perché a maggior ragione di questi tempi è fondamentale. Poi non lamentiamoci che non si trovano giocatori o li paghiamo 40 milioni quando avresti potuto pagarli 4. Poi circa le nuove frontiere dipende dai club: se sei la Juventus devi guardare in campionati che possono fare riferimento alle aspettative della Juventus".
Tra i dirigenti è incredibile il lavoro fatto da Cristiano Giuntoli
"Lo conosco dai tempi di Carpi. Cristiano è uno che si aggiorna sempre, conosce tanti giocatori e vive lo spogliatoio. Tra quelli della sua età è fra i migliori direttori d'Europa. È il compimento di un percorso fatto negli anni".
Che idea ti sei fatto dell'addio di Antonio Conte al Tottenham
"Io sono dell'idea che abbia fatto delle riflessioni personali che facciamo tutti noi che abbiamo compiuto 50 anni. Penso che abbia voglia di allenare in Italia e stare vicino ai suoi, perché il tempo passa per tutti. Magari ti arricchisci ma poi ti rendi conto di stare lontano dalla famiglia. Diciamo che ha avuto un po' di saudade".
Hojlund è l'esempio dello scouting che funziona. Cosa ci dobbiamo aspettare da lui?
"Lo conosco dai tempi del Copenaghen, quando costava un milione. È destinato ad altissimi livelli e feci complimenti a suo tempo a Luca Percassi per il coraggio. Cosa che manca in Italia. Una volta c'erano i personaggi coraggiosi, penso a Gaucci che osava con gli acquisti, per fare un nome prese Bucchi, che io consigliai al compianto Ermanno Pieroni, dall'Eccellenza. In Italia in questo momento questo coraggio manca e se non ritorniamo ad averlo, investendo su questi ragazzi si fatica".
Ci fa qualche nome di giocatore promettente che l'ha colpita in Serie B?
"Ne dico tre: Simone Santoro del Perugia, che può fare la Serie A tranquillamente. Poi Matteo Prati, centrocampista della SPAL e Giovanni Fabbian della Reggina. E spero che venga dato spazio a questi ragazzi".