Eriksen e doppio play, oltre al sacrificio di Vidal. Così Conte ha trovato il centrocampo titolare
I primi sentori di quello che sarebbe potuto essere c'erano stati a mercato aperto, con Antonio Conte che confermò la crescita intravista in Christian Eriksen nel ruolo di playmaker. Il campo lo confermò, prima con la Fiorentina in Coppa Italia, poi col Benevento in campionato. Ma in entrambi i casi la scelta del danese in cabina di regia sembrava subordinata all'assenza di Marcelo Brozovic. Poi però, dalla gara di ritorno delle semifinali di Coppa Italia contro la Juventus, l'ex Tottenham è stato schierato al fianco del croato e da quel momento il tecnico nerazzurro non ha più cambiato. Quello 0-0 contro i bianconeri sancì l'eliminazione dalla competizione, ma di fatto dette il via ad una nuova versione dell'Inter che oggi è meritatamente in vetta alla classifica di Serie A.
L'equilibrio col doppio regista - Nella prima parte di stagione, Conte ha più volte cambiato i suoi interpreti di centrocampo. O meglio, una casella dei tre posti disponibili era costantemente prestata ai ballottaggi del momento. Con Brozovic e Barella, intoccabili, si sono alternati Vidal, Gagliardini, lo stesso Eriksen in un ruolo più avanzato. Poteva starci pure Sensi, ma gli infortuni continui lo hanno eliminato dall'alternanza. Da quel 2 febbraio, però, tutto sembra aver trovato equilibrio e stabilità: Eriksen titolare contro la Juventus, poi ancora contro Lazio, Milan e Genoa. 4 gare da titolare in neanche 20 giorni, con buona pace soprattutto di Arturo Vidal, il più penalizzato da questo exploit danese. Grazie all'innalzamento del suo rendimento, l'Inter ha trovato equilibrio e soprattutto serenità di giocata, con Brozovic che ha meno pressione nella fase iniziale dell'azione e con la difesa che sa di avere a disposizione il doppio scarico in uscita.