Dal campo alla ristrutturazione degli stadi, Amedeo Carboni: "Ma in Ityaila è più dura"
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L'ex difensore di Sampdoria, Parma e Roma Amedeo Carboni lavora da 15 anni in una ditta che ristruttura stadi. Intervistato dall'edizione odierna della Gazzetta dello Sport ha commentato: "Abbiamo rifatto anche l’Azteca a Città del Messico e il Mirsool Park a Riad, lo stadio dell’Al Nassr di Cristiano Ronaldo dove si è appena disputata la Supercoppa italiana.
L'Italia? Ci stiamo provando, e infatti ora sono qui. Però è dura. Abbiamo due problemi: una burocrazia bestiale che rallenta tutto a livelli impossibili e vincoli architettonici non sempre comprensibili e condivisibili. Fortunatamente il ministro Andrea Abodi ha capito il problema e ha voglia di risolverlo.
Altri casi? Il tifo. L ’Italia è l’unico paese tra le grandi nazioni calcistiche europee ad avere gabbie, reti, vetri, protezioni. Una cosa dell’altro mondo. Tutti lì a riempirsi la bocca con l’atmosfera degli stadi inglesi, ma lì le reti le hanno tolte da decenni. Allo stadio devono andare i tifosi che tifano, non quelli che spaccano. Lei sa bene che Florentino Perez e Joan Laporta per anni hanno vissuto sotto scorta perché avevano buttato fuori gli Ultras dal Bernabeu e dal Camp Nou. Ora sono tutti contenti. In Italia va cambiata la cultura, e qualcuno deve cominciare".
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