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Macheda si racconta: "Manchester esperienza positiva, non rifarei prestiti di 6 mesi"

Macheda si racconta: "Manchester esperienza positiva, non rifarei prestiti di 6 mesi"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
Oggi alle 13:00Serie A
di Ludovico Mauro

Per molti il suo ricordo è legato a quello splendido gol al debutto con la maglia del Manchester United. Doveva essere il preludio a una carriera costellata di gioie e picchi di rendimento, invece è stato l'inizio di un lungo girovagare per l'Europa dopo aver fatto tutta la trafila nelle squadre della Lazio, fino all'approdo a Old Trafford. Oggi Federico Macheda è ripartito dall'Asteras Tripolis, di cui parla in esclusiva a Tuttomercatoweb.com, spaziando poi sul suo passato e sul nostro campionato: “Avendo fatto quattro anni qua, sono un po’ di casa. Sono tornato volentieri, è un Paese che mi vuole bene e la gente mi sta a cuore. Abbiamo iniziato molto bene, nelle ultime quattro gare abbiamo fatto tre vittorie e un pareggio e io ho fatto due gol. La nuova esperienza è partita molto bene”.

Invece della nostra Serie A, che gliene pare?
“Lo seguo, è davvero interessante. Ci sono molte sorprese, è un piacere seguire questo campionato. Ogni gara ha la sua storia e ci sono varie squadre che stanno facendo bene. Se dovessi dire una favorita non saprei esprimermi, le rose più forti lo sappiamo quali sono ma abbiamo capito che sarà un campionato equilibrato”.

Ovvero? Le rose più forti... per lo scudetto?
“L’Inter e il Napoli, e poi l’Atalanta che è molto attrezzata. Ma anche Juventus, Milan, e soprattutto Fiorentina e Lazio stanno sorprendendo. Poi sarà difficile arrivare fino in fondo ma non si sa mai, il calcio è imprevedibile”.

In testa c’è il Napoli. Un giudizio?
“Con Conte ha cambiato marcia. Quando hai uno come lui, sai che i risultati arrivano. Non è facile perché Napoli p una piazza particolare con tanta passione, ma il lavoro che ha fatto Conte finora è ottimo. Il Napoli l’anno scorso aveva fatto una stagione faticosa, e per averlo rimesso primo in classifica dopo una stagione del genere gli va dato onore. Si vede il lavoro svolto in estate e che continua a fare”.

Peraltro ha giocato con McTominay a Manchester. Che colpo è stato?
“Scott l’ho conosciuto quando era piccolo. Io ero in prima squadra e lui nelle giovanili, lo conosco bene. È un ragazzo cresciuto tanto, anche negli anni duri dello United è stato uno dei pochi ad avere un rendimento importante. La sua partenza da Manchester mi ha sorpreso, ma il Napoli ha fatto un acquisto importantissimo. Sono felice per lui e per il calcio italiano”.

Da biancoceleste cresciuto nella Lazio, sogna un possibile ritorno un giorno?
“Ad oggi sinceramente no. È passato tanto, oggi ho 33 anni, quello è sempre stato un sogno dentro di me ma non è una cosa facile. Non la vedo fattibile come cosa, resterà solo un sogno”.

E di questa Lazio di Baroni, che pensa?
“Dopo tanti cambiamenti c’era un po’ di scetticismo, nessuno poteva sapere come avrebbe iniziato. Ma è una squadra imprevedibile, che lotta, corre e diverte i tifosi. Baroni sta facendo un lavoro grandissimo e sono molto contento anche di lui, perché appena l’avevano preso c’era stato qualche rumore. A Roma quando le cose vanno bene è bello da sottolineare, Baroni è un allenatore preparato e si vede da come gioca la Lazio”.

E che obiettivi può raggiungere tra campionato ed Europa League?
“Siamo ancora all’inizio, ma la Lazio sta sorprendendo. Sia in Europa che in campionato, non so quanto potrà durare questo andamento ma spero che col tempo la squadra prenda sempre più forza e fiducia, per arrivare fino in fondo. Però è una squadra di giovani che non si deve porre limiti, continuando a fare ciò che sta facendo partita dopo partita. Alla fine è quello che conta”.

Tra l’altro conosce Dele-Bashiru, che ha incrociato da avversario in Turchia.
“L’ho conosciuto giocando contro e mi aveva impressionato. Ma anche lui, come tanti, è un ragazzo giovane che ha a che fare con un campionato importante come la Serie A. Però i giovani che ha preso la Lazio sono tutti preparati, e lo stanno dimostrando. Lui si sta ritagliando il suo spazio nella seconda parte delle partite ma è un prospetto che può crescere molto”.

Volgendo uno sguardo al passato. È arrivato a Manchester giovanissimo e con tante aspettative. Poi quel gol all’esordio: è andato storto qualcosa?
“Di storto è andato poco. Quando io giocavo allo United, era una delle due squadre più forti al mondo. Non era facile farne parte, neanche allenarsi: vedevi i giocatori che c’erano in rosa e sembrava impossibile. La mia esperienza a Manchester è stata molto positiva, perché era impensabile pensare di giocare 40-50 partite con la prima squadra, quella squadra. Aveva una qualità incredibile. Poi ovviamente quando fai vedere cose importantissime la gente si aspetta sempre di più, però non ho mai avuto la continuità per esprimermi. Dire che qualcosa è andato storto non me la sento, c’era tanta qualità davanti a me e magari non ero pronto per dare spago ai campioni in attacco di quella rosa”.

Che rapporto ha avuto con Ferguson? Ha percepito da parte sua pressione addosso?
“A quello che diceva lui ai media non facevo tanto caso. Non ero uno che seguiva molto, lui poi era uno molto protettivo. Con me ha sempre avuto un occhio di riguardo speciale, sapeva il ragazzo che ero e le qualità che avevo, mi vedeva benissimo. Pressione da parte sua non ne ho mai avuta, anzi, è sempre stato quello che mi ha fatto andare oltre, mi spingeva a fare sempre meglio. Non ho niente da dire.

Poi, quando segni all’esordio e ti ripeti alla partita successiva, la gente si aspetta che sia così a tutte le gare. Ma se giochi una volta ogni 4-5 settimane non è facile, e questo era dovuto alla qualità di quella rosa che era stellare”.

Invece ha qualche rimpianto in generale legato alla carriera?
“Adesso è facile dirlo, ma se c’è una cosa che non vorrei rifare se tornassi indietro sono un paio di prestiti di sei mesi, che non mi hanno aiutato per niente. Penso a quello in Germania, o quello in Italia oppure in Inghilterra: perché in sei mesi hai pochissimo tempo per ambientarti e per tre anni ero entrato in bolla da cui non riuscivo ad uscire. Se c’è una cosa che cambierei della mia carriera sarebbe questa, magari andrei in prestito ma per un anno intero, con più tempo per ambientarmi bene”.

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