Anche a Como si fa il Ramadan. Le testimonianze di Diao, Fadera e Vojvoda

Sono giorni di Ramadan e in tal senso il Como ha intervistato tre propri calciatori che, in ottemperanza alla fede musulmana, osservano il periodo di digiuno.
Assane Diao: "Quando segno un gol in genere ringrazio Dio per avermi aiutato non solo a segnare, ma anche a realizzare il mio sogno: giocare nelle partite che amo. Vengo da una famiglia musulmana e ho iniziato a digiunare intorno ai dieci anni. Viverla è incredibile: ti dà un senso profondo di spiritualità. Sai che lo stai facendo per qualcosa di più grande. All’inizio è un po’ complicato non mangiare e non bere durante il giorno, ma dopo qualche giorno il corpo si adatta. E la verità è che sto bene. Alcuni compagni mi fanno domande quando arriva il Ramadan. Non conoscono bene questa pratica, quindi chiedono, sono incuriositi. Io glielo spiego, ed è bello ricevere domande interessanti. Ma la cosa più importante è che si mettono nei nostri panni, ci rispettano e ci danno una mano. Questo fa la differenza".
Alieu Fadera: "Ho un mio angolo nello spogliatoio dove prego ogni giorno. A volte capita che qualcuno dei compagni mi prepari il tappetino per pregare. Sono piccoli gesti che ti fanno sentire rispettato, capito, accolto”.
Mergim Vojvoda: "Per me, il Ramadan rappresenta la fede che porto dentro. Non si tratta solo di non mangiare o bere, ma di cercare la ricompensa e la misericordia di Allah. Quando hai altri compagni che osservano il Ramadan, diventa tutto più naturale. Ci sosteniamo a vicenda. Il giorno della partita o alla vigilia ci basta uno sguardo per capire che non siamo soli. E questo, sì, aiuta. Difficoltà con il digiuno? Sono stato fortunato: durante il Ramadan ho segnato in diverse partite, e questo mi ha dimostrato che non è una debolezza, ma una forza”.
