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Vaciago sulla crisi della Nazionale: "Non siamo un sistema e così non si cambia mai"

Vaciago sulla crisi della Nazionale: "Non siamo un sistema e così non si cambia mai"TUTTO mercato WEB
lunedì 1 luglio 2024, 08:23Rassegna stampa
di Paolo Lora Lamia

In un fondo su Tuttosport, Guido Vaciago ha parlato della crisi del calcio italiano rafforzata dalla recente eliminazione della Nazionale da Euro 2024: "Alla fine non si è capito di chi è la colpa, perché sembra se la siano presa un po’ tutti. In compenso si è capito benissimo chi pagherà: nessuno. Il fallimento agli Europei non costerà niente a nessuno, come non era costata niente a nessuno la sconfitta con la Macedonia del Nord che ci aveva sbattuto fuori dal Mondiale 2022. Due disastri sportivi che non rappresentano sfortunati episodi agonistici, ma sono indicatori di un sistema che non funziona anche perché si è, forse irrimediabilmente, attorcigliato intorno alla conservazione del potere e agli interessi individuali. Infatti non è un sistema".

Sulle riforme che andrebbero fatte: "1) La riforma dei campionati. Ci sono venti squadre in Serie A, 20 in Serie B, 60 in Serie C. Cento club professionistici sono troppi (non ce li ha nessuno in Europa), l’industria del calcio non produce abbastanza risorse per tenere in vita cento società, che oltretutto hanno dimensioni clamorosamente diverse fra di loro. 2) Migliorare i centri tecnici federali. I centri tecnici federali sono un progetto che evidentemente non sta dando frutti, se non ci sono più giocatori italiani di talento da portare in nazionale. Operare a livello locale sui giovani, non lasciando il compito solo alle società sarebbe un punto di partenza per creare la nazionale del futuro".

Chiusura con altre possibili riforme: "3) Le seconde squadre. C’è un buco nero che inghiotte i nostri talenti fra i 17 e i 22 anni. Questo perché usciti dalla Primavera, solo pochi sono in grado di effettuare il salto in Serie A, così vengono dispersi in prestiti che ne rallentano o ne bloccano la crescita. 4) Formare istruttori. in Italia i settori giovanili seguono logiche perverse. E tutto nasce dalla presenza di “allenatori” o presunti tali al posto di istruttori. In genere l’allenatore delle giovanili pensa a emergere, ha come obiettivo il successo nel suo campionato, nella speranza di farsi notare, e non quello di formare giocatori del futuro. 5) Creare le strutture. In Spagna una percentuale dei soldi dei diritti tv viene assegnata a chi ha un centro sportivo adatto alla crescita dei giovani talenti. Hai la struttura adatta con gli standard dettati dalla Federazione per allevare i giovani? Bene, partecipi alla divisione di quella fetta di torta. Non ce l’hai? Becchi meno soldi".

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