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Polverosi sul ct azzurro: "Spalletti non è stato Spalletti: sfatta l'Italia e sfatti gli italiani"

Polverosi sul ct azzurro: "Spalletti non è stato Spalletti: sfatta l'Italia e sfatti gli italiani"TUTTO mercato WEB
lunedì 1 luglio 2024, 08:13Rassegna stampa
di Paolo Lora Lamia

In un fondo sul Corriere dello Sport, Alberto Polverosi ha parlato di Luciano Spalletti: "In carriera ha passato anche dei momenti non molto piacevoli (pochi, per la verità), ma le sue squadre hanno sempre avuto il suo marchio. Erano riconoscibili a prima vista. L’Italia è stata irriconoscibile. Spalletti ha sempre risolto i suoi giocatori, all’Europeo gli azzurri erano irrisolti. Ha sempre trasmesso il suo carattere, contro la Svizzera i giocatori si nascondevano. Conoscendolo da così tanto tempo, non siamo rimasti delusi, ma increduli. Non era Spalletti quello seduto sulla panchina dell’Italia".

Prosegue: "In azzurro c’era Di Lorenzo, uno dei migliori terzini d’Europa di fascia destra fino a un anno fa (quando sulla panchina del Napoli c’era proprio Spalletti); c’era Fagioli, una scommessa (persa) dal ct; c’era Scamacca che nel girone di ritorno con l’Atalanta ha fatto fuoco e fiamme arrivando a 19 gol stagionali; c’era Chiesa che tre anni fa era stato decisivo nella conquista del titolo di campioni d’Europa. Bene, dove sono finiti? Avevamo di fronte una buona squadra, con un terzino del Toro, uno del Newcastle più Akanji, un centrocampista del Rennes (Rieder), un attaccante dell’Augusta (Vargas, che in Bundesliga ha segnato 4 gol, e lo abbiamo trasformato in Garrincha), tre giocatori del Bologna (Ndoye e Freuler 1 gol a testa e Aebischer 0 gol in Serie A) tutti bravi, come no, ma nessun fenomeno".

In chiusura: "Spalletti insiste con la mancanza del ritmo e dell’intensità e ha ragione, ma ritmo e intensità di gamba sono la conseguenza del ritmo e dell’intensità del pensiero. È quello che Luciano non ha dato ai suoi giocatori, il pensiero di squadra.
Eravamo poco, ma non così poco".

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