Fabio Macellari, il volto dimenticato dell'Inter di Lippi. Prima ottimo con il Cagliari
Qual è il ricordo che si può avere di Fabio Macellari? Sostanzialmente sono due: il terzino che con il Cagliari riusciva a mettere in difficoltà le difese, in una sorta di archetipo della doppia fase, difensiva e offensiva. Oppure il rigore sbagliato da Recoba contro l'Helsingborg, oltre alla sconfitta nella Supercoppa contro la Lazio. Sembrava uno di quei ragazzi facenti parte della classe operaia che va in Paradiso. Invece è stato l'inizio di un calvario, capitato dopo, con il suo trasferimento al Bologna e un infortunio che lo portò alla risoluzione contrattuale.
Eppure c'è stato un momento in cui Macellari poteva essere e non è stato. Però le sette presenze con l'Inter raccontano di un calciatore finito troppo rapidamente nel dimenticatoio, sacrificato sull'altare di un allenatore, Marcello Lippi, troppo distante nelle idee rispetto a Massimo Moratti, il presidente.
"Io sono di Sesto San Giovanni. Da ragazzino tifavo per la Juve e andavo a San Siro per sostenerla. Comunque, arrivato su quel campo con l' Inter, mi sembrava di avere realizzato egualmente un bel sogno. Purtroppo è durato poco. Perché uscito di scena Lippi, il tecnico che mi aveva voluto, anch' io sono gradualmente scomparso. Un po' per colpa mia, un po' per la scarsa fiducia della società e di Tardelli. Insomma, quand' è andato via Lippi ho capito che sarebbe stata una stagione persa. Però sono convinto di non essere affatto cambiato dai tempi di Lecce e Cagliari. È facile bruciarsi nell' Inter. Oggi Fabio Macellari compie 50 anni.