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Mancini e la follia di lasciare la Nazionale a pochi giorni da gare decisive. Che poteva fare Spalletti con appena sei allenamenti? Con l’Ucraina è già una sfida decisiva. Donnarumma non è più una certezza

Mancini e la follia di lasciare la Nazionale a pochi giorni da gare decisive. Che poteva fare Spalletti con appena sei allenamenti? Con l’Ucraina è già una sfida decisiva. Donnarumma non è più una certezzaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 11 settembre 2023, 07:55Editoriale
di Luca Calamai

Spalletti è un ottimo allenatore. Ma non è Mago Merlino. Cosa poteva fare con appena cinque-sei allenamenti? Chi si lamenta per un’Italia povera di idee dovrebbe rivolgersi a Mancini e alla sua folle scelta di salutare tutti a pochi giorni da gare decisive per la qualificazione. Il Dio denaro abbatte qualsiasi ostacolo. E cancella sentimenti o senso del dovere. A proposito, Mancini ha fatto subito una figura ridicola con la sua nuova Nazionale. Ma i soldi addolciscono anche le sconfitte più amare. Meglio dimenticare Mancini. Torniamo a Spalletti. Luciano all’inizio del suo percorso non poteva che gestire il progetto tattico (negli ultimi tempi decisamente confuso) lasciatogli in eredità dal suo predecessore.

Ha ripescato Zaccagni, che era finito fuori dal gruppo azzurro per scelta del vecchio cittì. Purtroppo ha perso alla vigilia Chiesa che può essere un elemento decisivo per l’Italia di oggi e di domani. Un brutto colpo. Certo, Luciano poteva gestire meglio il secondo tempo della sfida con la Macedonia. Ma ancora non è entrato in sintonia (e come potrebbe …) con la sua nuova “squadra”. Quando alleni ogni giorno un gruppo basta uno sguardo per capire umore e stato fisico di qualsiasi dei tuoi giocatori. Da cittì è diverso. Da cittì devi imparare a conoscere ritiro dopo ritiro i suoi calciatori. Parlo di conoscenza umana prima che tecnica. Spalletti ha bisogno di tempo per creare la sua Italia. Consapevole che fenomeni fuori dal gruppo non ce ne sono e, a essere onesti, neppure all’orizzonte. Continuo a sperare che la Federcalcio affidi a Luciano il compito di costruire un nuovo progetto calcistico italiano da sviluppare nel tempo. Altrimenti continueremo ad andare con il piattino in mano ad elemosinare oriundi in giro per il Mondo.

Questo pensando al futuro. Ma ora c’è un presente da vivere con inevitabile preoccupazione. La gara contro l’Ucraina diventa già un passaggio decisivo per la qualificazione ai prossimi Europei. Bisogna vincere. Punto e basta. Nel dopo Macedonia si è acceso un vivace dibattito su Donnarumma. E’ ancora un portiere affidabile? Oppure Spalletti deve cercare un qualcosa di diverso magari puntando sul suo Meret? Riflessioni corrette. Ma il problema principale dell’Italia è che contro l’Ucraina serviranno gol. Immobile ha messo la sua firma contro la Macedonia. Un buon segno. Ma la sensazione è che contro l’Ucraina le reti dobbiamo aspettarle o meglio pretenderle dai centrocampisti. Tutti forti. Tutti abili anche in fase conclusiva. Aspettando di trovare finalmente il bomber di livello internazionale. Quello che sposta gli equilibri. Chissà quante volte Spalletti da nuovo cittì ha dovuto convivere con il fantasma del suo vecchio allievo Osimhen. Quanto avremmo bisogno di uno come lui.

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