USA, senti Pochettino: "Abbiamo qualità, ma serve arroganza per arrivare ai Mondiali 2026"
Il commissario tecnico della nazionale degli Stati Uniti, Mauricio Pochettino, non parla di illusioni ma di obiettivi raggiungibili. Perché secondo l'ex tecnico di Chelsea e Tottenham - tra le altre - crede che i suoi giocatori possano competere con nazioni notoriamente forti e riconosciute come predilette come Spagna e Argentina. Cosa serve? Devono essere "un po' più arroganti" nella loro mentalità quando affrontano la partita, le parole del mister riprese da ESPN in conferenza stampa in vista dell'amichevole di oggi contro il Venezuela.
Spiegando meglio: "C'è ancora un divario tra l'Argentina e la Spagna, ma lo stiamo riducendo ogni giorno. Penso che si tratti di una questione di fiducia e credo che essere un po' più arroganti nella nostra capacità di credere che possiamo farcela e che abbiamo la qualità sufficiente per competere allo stesso livello sia fondamentale. Penso che sia questo il punto in cui siamo e credo che arriveremo al 2026 a quel livello".
D'altronde serve una mentalità più forte per affrontare al meglio il lungo cammino verso i Mondiali del 2026: "Il nostro obiettivo principale è avere il possesso del pallone e poi evolvere e sviluppare tutti i modi per mantenere il possesso e, naturalmente, essere aggressivi e segnare un gol perché, alla fine, lo sport riguarda segnare e non concedere. In questo momento, dobbiamo reagire, dobbiamo essere esplosivi, dobbiamo avere potenza, dobbiamo avere, sapete, la capacità, la concentrazione, il focus e l'aggressività per andare e l'organizzazione per recuperare il pallone il più velocemente possibile".
Per Pochettino il talento non manca, ma c'è un modo per colmare il gap con le Nazionali affermate: "È il modo in cui i giocatori argentini competono, la mentalità. Quando perdi un pallone, piangi. Quando perdi una partita, piangi, magari passi una settimana in camera tua. È il modo di difendere la tua bandiera, come difendere la tua identità, la tua cultura. Penso che sia questo che vogliamo trasmettere. Perché quando giochi per la tua nazionale e ascolti il tuo inno, devi sentire qualcosa sulla tua pelle, dentro te stesso... Se siamo capaci di sentire questo, abbiamo la qualità e la capacità, siamo professionisti, quindi abbiamo la disciplina professionale, penso che possiamo trovare o costruire una squadra molto competitiva".