Solskjaer: "Il ritorno di CR7 a Manchester fu irrazionale. Cambiammo modo di giocare"
Ole Gunnar Solskjaer ha allenato il Manchester United da dicembre 2018 a novembre 2021. Tre anni in cui il norvegese ha vissuto momenti esaltanti e altri da dimenticare: nelle prime tre stagioni ha raggiunto un 6°, un 3° e un 2° posto in Premier League, ma il quarto anno gli è stato fatale anche a causa di... Cristiano Ronaldo. Il ritorno del portoghese ha scombinato gli equilibri della squadra, come ha rivelato Solskjaer nel podcast Stick to Football condotto in collaborazione con Gary Neville.
Secondo l'ex attaccante, l'arrivo del cinque volte Pallone d'Oro ha completamente sbilanciato il club, sia dentro che fuori dal campo. “Cristiano è diverso da Anthony Martial o anche da Mason Greenwood e Marcus Rashford. Edinson Cavani è stato quello che ha sofferto di più quando è arrivato Cristiano. Abbiamo dovuto giocare in un certo modo e abbiamo fatto capire a Edinson che tutto era cambiato.
Quando avevamo noi il possesso, Ronaldo non era un problema. Ma in fase di non possesso, non potendo contare su di lui, abbiamo dovuto cambiare i ruoli a cui ci eravamo abituati. Eravamo una delle squadre che pressava di più prima che arrivasse Ronaldo. Abbiamo lasciato andare Daniel James quando è arrivato, sono due tipi di giocatori diversi".
Solskjaer ritiene che quella di far tornare CR7 sia stata una scelta irrazionale: "Fu acquistato più per passione, ma ci sono state delle complicazioni. Greenwood, Martial e Rashford potevano sicuramente imparare da Cristiano perché è il migliore, il più disciplinato ed è stato il miglior giocatore del mondo. Pensavamo che li avrebbe aiutati". Ma il carattere della star non è facile da gestire, come dimostra un episodio: "Quando è arrivato mi ha detto di farlo partire titolare per tre partite di fila e poi di metterlo in panchina per la quarta, ma quando l'ho fatto si è lamentato. Vive il calcio in modo passionale".