Puig attacca Xavi: "Pensavo fossimo una famiglia, invece non mi faceva nemmeno allenare"
"Pensavo che con Xavi fossimo come una famiglia". Riqui Puig vuota il sacco e racconta la delusione di essere stato "scaricato" senza troppi complimenti da un tecnico che avrebbe dovuto credere in lui: "Ci siamo seduti ed è stato lui a dirmi che non contava su di me. Forse il presidente la pensava diversamente, perché diceva che ero un giocatore con un grande futuro e che voleva che restassi, ma non sarei mai rimasto in un club dove l'allenatore non mi voleva", ha detto ad As il centrocampista dei Los Angeles Galaxy.
"Mi ha impedito di allenarmi"
"È vero che non sono stato trattato bene: non mi ha permesso di allenarmi con la prima squadra, ma avevo con un contratto e non poteva vietarmelo. Questo è quello che mi ha dato più fastidio. Quindi ho preso velocemente una decisione e ho trovato una via d'uscita. Xavi aveva chiamato due volte i miei genitori chiedendomi di andare in Qatar. I rapporti con i miei genitori erano buoni, sono di Terrassa. Quello che mi fa più male come giocatore e come amico è che pensavo fossimo una famiglia"