Mendy vince la causa: il City dovrà restituirgli la maggior parte dei suoi stipendi arretrati
Nuova svolta nella querelle tra Benjamin Mendy e il Manchester City. L'ex terzino sinistro del club inglese può ritenersi soddisfatto perché gli verrà riconosciuta la maggior parte dei 13,2 milioni di euro richiesti alla società, che aveva smesso di pagargli lo stipendio quando è stato accusato di stupro e violenza sessuale.
La giudice del tribunale del lavoro Joanne Dunlop ha stabilito che Mendy ha trascorso due periodi in custodia cautelare, coprendo circa 5 mesi del periodo di 22 mesi della sua richiesta, durante i quali il City aveva il diritto di sospendere il suo stipendio, ma quando non era in custodia era "pronto e disponibile a lavorare, cosa che gli è stata impedita dalla sospensione imposta dalla FA e dalle condizioni di cauzione, che erano inevitabili o involontarie da parte sua. In queste circostanze, e in assenza di autorizzazioni contrattuali che consentissero al datore di lavoro di trattenere il salario, aveva diritto a essere pagato.
Nella dichiarazione testimoniale Mendy è stato chiaro: "Raheem Sterling, Bernardo Silva e Riyad Mahrez mi hanno prestato dei soldi per aiutarmi a pagare le mie spese legali e a sostenere la mia famiglia. La mia vita è stata stravolta per sempre. Diversi giocatori della prima squadra del Manchester City, compreso il capitano del club, erano tutti presenti alle feste a cui ho partecipato e organizzato. Tutti bevevamo alcolici. Tutti abbiamo avuto relazioni occasionali con donne. Abbiamo tutti infranto le restrizioni del COVID-19. Questo non giustifica il mio comportamento, ma penso che sia ingiusto che il Manchester City mi abbia preso di mira come ha fatto. La differenza tra me e gli altri giocatori del Manchester City è che io sono stato falsamente accusato di stupro e umiliato pubblicamente".