La madre di Rabiot: "Il PSG non chiede mai scusa. La partita doveva essere interrotta"

Era l'uomo più atteso del Classique giocato ieri e perso dal suo Marsiglia per 3-1. Adrien Rabiot è tornato da ex al Parc des Princes e ovviamente non è stato accolto bene dai tifosi del Paris Saint-Germain, con insulti verbali e striscioni censurabili nei quali è stata coinvolta anche sua madre - e agente - Veronique. Lo speaker più di una volta ha invitato il pubblico a non intonare cori nei confronti del calciatore e di levare i drappi esposti nel settore più caldo del tifo parigino, dal testo chiaramente offensivo: "Lealtà per gli uomini, tradimento per le p*****e. Tale la madre, tale il figlio".
La signora Rabiot è stata intervistata in serata da RMC Sport ed è tornata su quanto accaduto: "Non biasimo affatto il club parigino. Non stiamo affatto cercando vendetta in casa, quindi non li biasimo affatto. Ma per me è una realtà: tutti hanno paura del PSG. Ed è per questo motivo che la partita non è stata fermata domenica sera. Penso che sia più difficile, eppure era stato concordato. Era stato detto che se ci fossero stati cori omofobi, la partita sarebbe stata interrotta. E ci sono stati cori omofobi".
Poi continua: "Il PSG non chiede scusa e non ha bisogno di chiedere scusa. Sei anni fa hanno maltrattato mio figlio e nessuno si è scusato. Il club sapeva degli striscioni? Spero che non siano così cinici. Detto questo, sappiamo benissimo cosa è successo anni fa con gli account falsi che insultavano Adrien e me".
