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Emanuela Perinetti, il papà Giorgio: “Sempre con me. Anoressia subdola, si può guarire”

Emanuela Perinetti, il papà Giorgio: “Sempre con me. Anoressia subdola, si può guarire”TUTTO mercato WEB
mercoledì 30 ottobre 2024, 17:04Altre Notizie
di Alessio Alaimo

Il Direttore Giorgio Perinetti è intervenuto a margine del concorso Il Bello che resta al Liceo Vittorio Emanuele di Palermo per ricordare sua figlia Emanuela deceduta l’anno scorso a causa dell’anoressia. “Voglio cominciare - ha detto Perinetti - dalla fine, perché poi scappano le cose e nella mente riaffiorano tante situazioni. Di solito i ringraziamenti si fanno alla fine, li voglio fare subito: ringrazio questo istituto dove ha studiato Emanuela e tutti coloro che si sono adoperati affinché si realizzare questa iniziativa.
Sono un genitore emozionato, Palermo per me significa vita professionale, successi, sconfitte. La maglia rosanero l’ho sentita come una seconda pelle. E sono emozionato perché cittadino di Palermo, che ha abitato tanti anni qui, mia moglie era palermitana. Le mie figlie sono nate alla Clinica Noto, hanno sempre avuto convinzione e orgoglio di essere palermitane.
La vita me l’ha portata lontano, ma questa giornata così ricca di emozioni non voglio che sia quella del ricordo. Un figlio non va ricordato ma continua e vivere dentro di noi. A spasso con noi. Un figlio è noi stessi. Non c’è una foto in cui Emanuela non è sorridente, faceva il lavoro che sognava.

Lo faceva bene. Sembrava completamente realizzata. Non conosceremo mai le ombre, il male oscuro che l’ha presa. Da genitore penso a come potevo capire, intervenire. Questa malattia cattiva, subdola, spietata, che coinvolge tanti ragazzi, deve far capire che il mostro che alberga è dentro. Ecco, se vediamo un amico in difficoltà dobbiamo aiutarlo a parlare, a capirsi. E a farsi aiutare dalle associazioni e dai medici che se ne occupano. Quando Emanuela è mancata mi è crollato il mondo. Ma la sua psicologa mi ha detto di aver raccontato la storia ad una sua paziente e il giorno dopo questa si è fatta ricoverare per per farsi aiutare. Ecco, questo mi ha aiutato a capire che il ricordo deve trasformarsi in un’opportunità per mettere sotto i riflettori questo problema subdolo. Darò tutto me stesso per far conoscere ancora di più il problema e aiutare chi si occupa di questi problemi ad avere - ha concluso - maggiore supporto dalla sanità pubblica”.

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