Corsini: “Se il Toro non batte lo Spezia deve preoccuparsi”
Filippo Corsini è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Con Corsini, capo redattore di Radio Rai, si è parlato della partita di questo pomeriggio fra Spezia e Torino e del momento della squadra granata.
Si può dire che il Torino stia vivendo un momento particolare a cavallo degli impegni della Nazionale e che visto l’andamento che ha avuto finora le gare con Spezia e Udinese possano decidere un po’ le sorti della stagione dei granata?
“Il Torino è anni che sta vivendo momenti particolari, il suo grosso problema è trovare la continuità che un tempo gli veniva data da un parco giocatori eccellente, ma parlo delle guerre puniche perché mi riferisco a Pulici, Graziani, Claudio Sala e compagni. Il Torino ha sempre avuto un ottimo settore giovanile dal quale ha attinto sempre egregiamente e con risultati buoni per cui deve trovare appunto quella continuità che gli manca e con Juric, secondo me, ce la può fare a trovare un percorso meno accidentato che gli consenta di arrivare a una salvezza molto meno sofferta di quella dell’anno scorso, ad esempio”.
Forse gli infortuni possono condizionarne il cammino, visto che centrocampo e trequarti sono dimezzati?
“Purtroppo con gli infortuni bisogna fare i conti quotidianamente perché con il calendario così intasato ci si allena poco, magari non è del tutto il caso del Torino che non ha le coppe internazionali, però comunque i ritmi sono serrati e gli infortuni sono sempre dietro l’angolo. E’ già un grosso risultato riuscire a fare un filotto di partite, cinque o sei, senza infortuni. E di questi tempi con il calcio di oggi credo sia sempre più difficile”.
La partita di oggi pomeriggio è contro lo Spezia che è in una situazione decisamente più complicata dei granata. Quindi per il Torino sarà importante dare continuità alla vittoria con la Sampdoria?
“Sì, queste sono le partite nelle quali il Toro deve fare risultato visto che gioca con una più o meno diretta concorrente per la salvezza. I granata per blasone devo darsi e anche acquistare autostima e fare loro la partita. Sono convinto però che al Toro manchi un risultato importante con un avversario forte. Se il Toro fosse riuscito a vincere, ad esempio, il derby, cosa che non accade dall’aprile del 2015 e sono passati più di sei anni, o comunque con un’altra grande come il Milan o l’Inter, ma insisto sul derby perché l’assenza della vittoria è diventata una specie di sindrome bianconera per tutta la società granata, questa sarebbe la medicina migliore poiché darebbe una fiducia e una carica pazzesca. Il Toro è un po’ una squadra da un passo avanti e due indietro da diverso tempo ed è un peccato perché è una protagonista sicura e blasonata del nostro calcio e deve tornare a recitare il prima possibile la sua parte. So che Cairo ce la sta mettendo tutta però, purtroppo, al momento ancora non basta”.
Che cosa servirebbe al Torino di Juric, che già in estate è stato rinforzato con qualche giocatore di maggiore qualità ma che poi hanno avuto e tuttora hanno problemi fisici, per fare risultato con una big?
“Eh, è difficile dire che cosa manca. Intanto dovrebbe acquisire un po’ più di fiducia e di sicurezza in se stesso, ma lo si può fare solo con la continuità e avere più certezze dai cosiddetti giocatori big come Belotti che ci sono in rosa. Belotti non si sa se resterà oppure no, ma questo è un po’ il problema di tutte le società perché manca il senso di appartenenza che poche squadre lo hanno. Poter contare su una rosa con tanti giocatori che sono legati al club. Per esempio, i Chiellini e i Bonucci, gente che sa quanto pesa la maglietta che indossa, è difficile trovarli in una grande squadra che quasi mai ha giocatori che ci sono da almeno un quinquennio. Il senso di appartenenza nello sport è fondamentale e oggi si sta perdendo sempre di più visto come sono architettati i mercati con lo scambio di calciatori con le relative commissioni ai procuratori. Ed è sempre più difficile creare un club dalle solide fondamenta e che possa fare un discorso a ampio raggio e in prospettiva”.
A proposito di Belotti, è tornato al gol e il Torino rispetto all’anno scorso ha aggiustato la difesa che ora è solida, ma pur segnando con parecchi giocatori non ha un bomber. Forse è proprio questo che sta mancando?
“Sì, dovrebbe esserci una maggiore partecipazione e una manovra che riuscisse a portare a segno più volte i giocatori. Questa è un po’ la mossa vincente delle squadre. Il corazzare la difesa è un bene e questo lo dicono le statistiche dei campionati che si vincono gli scudetti con la difesa meno battuta più che con il migliore attacco. Il discorso scudetto non riguarda il Torino che non è ancora al livello delle cosiddette big, le famose sette sorelle, ma anche per i granata avere una difesa solida è importante. A me piacerebbe molto rivedere il Torino di un tempo perché avremmo un campionato ri-allargato ad antiche emozioni ed atmosfere che un pochino mancano. Veniamo da nove anni consecutivi di dominio della Juventus e adesso l’Inter dovrà faticare tantissimo per riconfermarsi, ma un campionato allargato alle squadre con blasone sarebbe bello. Oltre al Torino penso anche al Genoa, ma quest’anno sarà durissima per lui salvarsi e pensare che ha vinto nove scudetti. E questo dà un po’ il senso della realtà odierna e di come non basta il blasone per rimanere a galla”.
Con un Belotti che tornasse a segnare con continuità il Torino potrebbe svoltare?
“Sì certo, l’uomo gol manca un po’ a tutte le squadre. C’è il solito Immobile che fa storia a sé e quando Dybala si sveglia la Juventus sta meglio, ma gli attaccanti fanno fatica un po’ tutti. C’è Dzeko nell’Inter e nella Roma c’è Abraham che è appena arrivato e deve ancora ambientarsi, mentre Quagliarella per il momento si è fermato dopo l’exploit dell’anno scorso. Simeone e Vlahovic sono gli emergenti e il Verona in questo momento è in uno stato di grazia, ma bisogna vedere quanto durerà. Devo dire che Tudor mi ha sorpreso perché non avrei mai detto che ci riuscisse. Sono un estimatore di Di Francesco e quando è andato via non pensavo che Tudor potesse fare meglio, ma i fatti dimostrano che non ha solo fatto meglio, ma benissimo e forse l’eredità di Juric lo ha aiutato. Sia Tudor sia Juric sono due tecnici molto scrupolosi, non lasciano nulla al caso e studiano molto, si aggiornano e si vede da come fanno giocare le loro squadre. Chi ha l’uomo gol troverà veramente la miniera d’oro in questo campionato”.
Tornando a Spezia-Torino, il risultato positivo dei granata può essere facilmente pronosticabile?
“Direi che la partita dovrebbe essere a senso unico, non ho dubbi in materia. Se il Torino non batte lo Spezia allora deve preoccuparsi”.