8 ottobre 1990, scoppia il caso Lipopil. Peruzzi e Carnevale squalificati per un anno
L'8 di ottobre 1990 non sono in programma partite. C'è però una notizia: Andrea Carnevale e Angelo Peruzzi sono risultati positivi alla Fentermina. I due giocatori della Roma avevano giocato il 23 settembre precedente Roma-Bari, terminata 1-0 proprio per effetto della rete del centravanti. Vengono entrambi selezionati dall'Antidoping per le analisi e trovati, appunto, positivi.
Il presidente della Federcalcio, Antonio Matarrese, lo comunica direttamente al suo emulo romanista Dino Viola. Le controanalisi, il 7 di ottobre, confermano l'esito della prima visita. Ci sono tracce di Fentermina nelle urine, una sostanza stimolante che deriva dalle anfetamine e che può attivare la produzione, nel corpo, di adrenalina. Il presidente Viola dirà: "per i nostri principi e per la nostra rettitudine, siamo molto lontani da cose del genere. Io arrivo perfino a controllare i piatti, la frutta, le bevande che vengono date ai giocatori. Non mi sarei mai aspettato che potesse accadere una cosa del genere. Più che offeso sono allibito, ma sono abituato a questi siluri che poi finiscono in mare”.
Pochi giorni dopo arriverà la decisione della Disciplinare: un anno di stop e 150 milioni di multa alla società. Il medicinale proibito è il Lipopil, ma per risolvere dei problemi di peso dopo una cena abbondante del dopo gara contro il Benfica. Il 30 di ottobre verrà confermata la pena e ci sarà una protesta davanti alla Federcalcio a Roma. Peruzzi più avanti dirà: "Non c’era stata nessuna cena, quella pasticca non me la diede mia madre come raccontai allora, ma un giocatore. Venivo da un infortunio e mi venne detto che, prendendola non mi sarei rifatto male. Fui ingenuo e stupido a crederlo. Ci diedero un anno perché dicemmo, sia io che Carnevale e l’allora presidente Dino Viola, moltissime bugie alla giustizia sportiva. Furono le alte sfere della Federazione a consigliare quella linea al presidente Viola; così avrei avuto soltanto tre mesi di qualifica. Ma andò diversamente. Aspettavano questo momento per massacrare Viola e lui si fidò".