Chiellini: "Yildiz da 10 della Next Gen a 10 della Juventus. Questo è il senso del progetto"
“Siamo partiti sulla falsariga della scorsa stagione, con una sconfitta iniziale che ci ha fatto subito capire le difficoltà del campionato. La rosa è quasi completamente nuova, con solo 13 giocatori rimasti dallo scorso anno, è normale per una squadra come la Next Gen cambiare tanto e amalgamare tutti in un gruppo non è qualcosa che succede in poco tempo”. Il direttore della Juventus Next Gen Claudio Chiellini ai canali ufficiali del club bianconero parla del nuovo corso bianconero soffermandosi anche sullo spostamento nel Girone C: “Sarà sicuramente un percorso lungo, come quello dell’anno scorso, con tante difficoltà a cui si aggiungono anche problematiche logistiche. Siamo infatti precursori anche nel calendario, perché per la prima volta da quando esiste questo criterio di suddivisione dei gironi di Serie C una squadra del nord è inserita nel raggruppamento del sud. - prosegue Chiellini – Si tratta di una sfida affascinante, ma anche impegnativa, in cui dovremo viaggiare in aereo restando fuori più giorni, con tutte le problematiche che poi si riflettono sull'organizzazione della settimana di lavoro. Anche questo però fa parte di un percorso di crescita e penso che alla fine i ragazzi durante la stagione si renderanno conto che superando le difficoltà, le sconfitte e gli errori, miglioreranno”.
Spazio poi alla nuova casa in quel di Biella: “Sono molto contento perché abbiamo potuto personalizzare lo stadio in cui giocheremo sia noi sia la squadra femminile. La speranza è quella di creare finalmente un seguito di tifosi che stabilmente si appassionino alla Next Gen; le premesse sono buone, la prima partita ha fatto registrare circa mille tifosi e speriamo che nelle prossime ce ne siano altrettanti, anche di più”.
Inevitabile poi un passaggio sui giocatori cresciuti nella Next Gen e passati alla prima squadra: “Questo progetto, che abbiamo visto nascere, ci rende orgogliosi e parlo di tutto il sistema Vinovo che lavora sul settore giovanile per la crescita dei calciatori. Partiamo da un dato, chiaro e visibile: oggi il numero 10 della Juventus è un calciatore che fino a dicembre dello scorso anno, quindi fino a 9 mesi fa, era il numero 10 della Next Gen. Questo dato ha un significato forte, senza dimenticare la promozione in prima squadra di Savona, Mbangula e Rouhi; la crescita dei nostri ragazzi e il loro approdo in prima squadra è diventata una costante negli ultimi anni. - continua ancora Chiellini - Savona, per anni, ha condiviso con Nicolussi Caviglia la navetta da Aosta per venirsi ad allenare a Vinovo e questo è un piccolo esempio di come tutti abbiano la loro parte di responsabilità e di merito in quello che stiamo facendo. Il progetto Next Gen non consiste solo nel far crescere giocatori, ma anche nel creare e sviluppare figure lavorative che possono ambire ad arrivare a lavorare in Prima Squadra alla Juventus, è un progetto che sviluppa competenze in ogni settore e che rafforza l’appartenenza”.
Chiellini poi si sofferma sulla scelta di altre big – Milan e Atalanta – di varare le seconde squadre spiegando che ora servirebbe un’accelerazione ulteriore: “Sono molto contento quindi che altre squadre, come Atalanta e Milan, abbiano intrapreso il nostro stesso percorso. Secondo me adesso è arrivato il momento di uno step successivo, i tempi sono maturi per creare di nuovo una tavola rotonda con le Leghe e imprimere una nuova accelerazione per dare la possibilità ad altri club di creare e di iscrivere la propria seconda squadra non solo in Serie C, dove ogni anno si libera al massimo un posto per il ripescaggio. Allargare la possibilità di iscrizione alla Serie D eliminerebbe molte problematiche strutturali legate agli stadi e darebbe una grandissima visibilità anche a un campionato competitivo in cui, non dimentichiamolo, sono cresciuti calciatori che oggi giocano anche alla Juve, come per esempio Gatti e Cambiaso”.
L’ultimo passaggio è sulla possibilità di creare un campionato U20: “La scorsa stagione abbiamo fatto la scelta di giocare in Primavera con un gruppo molto giovane, praticamente senza fuoriquota. La creazione di un campionato Under 20 ci obbligherà quest’anno ad una gestione condivisa tra Next Gen e U20 dei calciatori nati nel 2005. Personalmente sono contrario a questa riforma che alza l’età media del percorso di settore giovanile di un calciatore e va controcorrente con quello che succede in quasi tutti gli altri paesi europei dove dall’Under 18 si passa direttamente alle seconde squadre”.