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Buffon: "Il mio sogno era vincere lo scudetto con il Parma. Felice per la promozione"

Buffon: "Il mio sogno era vincere lo scudetto con il Parma. Felice per la promozione"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
venerdì 17 maggio 2024, 16:04Serie B
di Luca Bargellini

Torna a parlare Gianluigi Buffon. L'ex campione del Mondo del 2006 è stato premiato oggi a Parma con il 'Sigillo della Città' presso l'Auditorium Paganini. A margine della manifestazione ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla sua avventura nel club ducale. Ecco uno stralcio raccolto da ParmaLive.com: "Secondo me mi ha aiutato tanto essere fatto in un certo modo e affrontare le situazioni come faccio. Spesso faccio delle classifiche sugli uomini, e spesso non so se prendere l'intelligenza, la lealtà, poi vedo che la cosa che mi colpisce di più in realtà è il coraggio. Penso che per me sia la qualità numero uno: spesso e volentieri la fine di questi uomini coraggiosi è quasi ingloriosa. Sono eroi che spesso perdono la loro battaglia e accanto a loro non ci sarà nessuno, ma verranno ricordati ed esaltati ancora di più. Sono quegli eroi che mi fanno impazzire, dimostrano di avere un'insensatezza ma anche un'enorme lealtà, che si traduce in un coraggio che gli permette di affrontare sfide incredibili. Certe volte mi ritrovo anche in loro.

Il richiamo di Parma è stato molto semplice. Non ci avevo pensato inizialmente, poi aveva iniziato a chiamarmi il direttore sportivo verso aprile e mi chiese: "Verresti?". Io gli chiesi come mai gli fosse venuto in mente, su quale base. Dissi che ci stava anche che smettessi di giocare. Poi nel tempo questa possibilità si è alimentata, e ricevevo messaggi da persone di Parma. A un certo punto mi sono fermato passando da Parma, c'era la radio accesa e mentre passavo c'era una canzone di Jovanotti, che sentivo sempre quando a Parma andavo verso il campo di allenamento. Devo dire che, come fossi stato stregato, ho pensato che fosse come un segnale, perché avevo voglia di emozionarmi ancora. Poi arrivò il mio procuratore e mi disse del Barcellona: risposi che sarei stato contento, perché così avrei giocato con Messi. Sarebbe stata una chiusura di carriera molto bella. Poi però gli dissi che sarei stato ancora più felice e con più stima di me stesso se fossi andato a Parma. Anche perché il Parma era in Serie B e forse aveva bisogno di uno come me. Per stare a posto con la mia coscienza, ho preferito andare a Parma".

Spazio, poi, ad un pensiero sul ritorno in A della truppa guidata da Fabio Pecchia: "Ho pensato alla felicità della gente, al sospiro di sollievo della società, che ha profuso veramente tanti sforzi sotto il profilo economico e delle energie. Avevano bisogno di questa vittoria per dare senso al progetto. Poi ho pensato ai ragazzi, perché qualcuno ha vissuto tre anni di sofferenze per questo risultato che non veniva, quindi ho pensato a loro e ai loro meriti. All'allenatore, che insieme allo staff è stato bravo a comprendere cosa ci fosse bisogno. E poi ho pensato anche a me stesso, perché ho concluso con una grande delusione: non aver superato il playoff con il Cagliari è stato deludente. Ho smesso però con la convinzione che la squadra fosse sul trampolino di lancio, perché gli ultimi mesi l'anno scorso furono convincenti. Potevo quindi ritirarmi con serenità, perché avevo la certezza che brutte figure non se ne sarebbero più fatte. Per me il Parma era una squadra forte ma non la più forte, anche se lo ha dimostrato sul campo: c'erano squadre che sulla carta erano più attrezzate, e questo fa sì che i meriti di tutti siano ancora maggiori".

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