TMW - Atalanta, tutte le ragioni del Papu Gomez. Chiederà la cessione a gennaio
Nel giorno più lieto della storia recente dell'Atalanta, con l'urna di Nyon che dice Real Madrid per gli ottavi di finale di Champions - seppur non al Bernabeu ma all'Alfredo Di Stefano di Valdebebas - scoppia nuovamente il caso Alejandro Gomez. Succede con un post su Instagram, megafono delle voci e degli umori dei calciatori. L'esclusione di ieri contro la Fiorentina è stato un altro passo verso un possibile addio, già concreto per giugno ma che sembra oramai sempre più orientato per gennaio.
SÌ ALL'ALLENAMENTO - Questa mattina il Papu si è allenato regolarmente a Zingonia come tutta la squadra, in vista della trasferta contro la Juventus. Al centro sportivo Bortolotti era presente anche il presidente Antonio Percassi per attendere i sorteggi di Champions League. Appena dopo mezzogiorno Gomez ha lasciato l'impianto accompagnato dal cognato Alejandro Naccarato, scuro in volto e con un umore tutt'altro che allegro dopo lo sfogo via social.
L'ORIGINE DEI DISSAPORI - È evidente altresì che quello che è successo durante la sfida contro il Midtjylland sia stato l'inizio del trambusto in casa Atalanta. Gomez ha negato al tecnico la sua disponibilità a spostarsi sulla destra, dopo reiterate richieste. Alla fine primo tempo c'è stato un faccia a faccia molto ruvido. La situazione è degenerata grazie alle azioni da parte di ambo le parti, con il Papu che ha reagito. Il tecnico ha deciso per la sostituzione rimandando più in là le valutazioni corrette.
LA RICOSTRUZIONE DEI GIORNI SUCCESSIVI - Giovedì 3 dicembre Antonio Percassi è andato a Zingonia per avere un confronto con Gasperini e Gomez. L'argentino ha chiesto scusa ai compagni, al club e anche all'allenatore, con la società che ha deciso di cercare un profilo basso per evitare ulteriori problemi. È confermato anche un ulteriore incontro della stessa dirigenza con il calciatore argentino per tentare di calmare le acque. Gomez sa di avere esagerato, anche per via del ruolo da capitano che ricopre, ma avrebbe gradito le scuse anche da parte del tecnico. Circostanza che avrebbe trasformato la situazione in ordinaria amministrazione.
SCONTENTARE TUTTI - Il tentativo di mediare da parte del club non ha trovato favore né in Gomez né in Gasperini. Da una parte il giocatore avrebbe accettato le eventuali conseguenze della società. Dall'altra il tecnico avrebbe voluto carta bianca, perché è lui che decide e che ha portato in alto il club, magistralmente. Non avere avuto la piena approvazione ha portato a un malcontento esposto anche a favore di telecamere dopo la partita con l'Ajax, quando ha riportato testuali parole "un allenatore deve avere la libertà di scegliere".
L'ESCLUSIONE DI UDINE - A Gomez non è piaciuto lo stop forzato - come ha più volte scritto su Instagram nei giorni scorsi - contro l'Udinese, al netto che la partita non si sia giocata. Dall'altro lato la titolarità di Amsterdam, dove sia Gasperini che Gomez hanno avuto un comportamento inappuntabile, sembrava potesse essere un colpo di spugna. Invece qualcosa stava ardendo sotto la cenere, venuto allo scoperto ieri con la panchina di Gomez contro la Fiorentina, che poteva sembrare solamente normale turnover prima della Juventus. Invece le risposte del tecnico hanno fatto capire chiaramente qual è la situazione, ribadita poi dallo stesso Gomez con la storia Instagram di questa mattina.
E ORA? La situazione è molto complessa. Gasperini difficilmente farà retromarcia sulla propria posizione, come già visto con Skrtel, Arana o Kjaer. Gomez vuole mantenere assolutamente la Nazionale argentina. Non c'è stato nessun problema fra i due per le convocazioni transoceaniche, tutto quello che è capitato è partito dalla sfida con il Midtjylland. Il Papu vuole giocare, anche dopo avere rifiutato le offerte dall'Arabia per sposare completamente il progetto Atalanta. Dopo sette anni non vorrebbe lasciare Bergamo come l'unico colpevole, ma la scelta appare inevitabile, a meno di clamorose sorprese. A gennaio chiederà la cessione e l'Atalanta ha già scelto da che parte stare. Perché Gasperini, nei suoi immensi meriti dell'ultimo quinquennio nerazzurro, è assolutamente intoccabile.