TMW - Antonelli: "Su Udogie c'erano Juve, Milan, Inter. Manca il coraggio di investire sui giovani"
Stefano Antonelli, agente e intermediario internazionale, è tra i volti noti del mondo del mercato presenti al TransferRoom di Estoril, Portogallo. "Questa è una manifestazione che mi ha colpito da due anni -spiega a Tuttomercatoweb.com-, dall'edizione londinese. E' un evento interessante perché in un solo evento trovi 300 club mondiale, trovi società sudamericane, americane, da tutta Europa, direttori sportivi che rivedi dopo tanto tempo... E' una manifestazione opportuna e azzeccata".
Che gennaio ti aspetti sul mercato?
"E' sempre la stessa 'nenia', lo stesso pensiero di sempre. 'Non abbiamo un euro, siamo in crisi, possiamo solo scambiare le figurine'... Certamente i problemi ci sono, però le prime delle classe in Serie A si muoveranno. Che poi la Juventus prenderà Phillips in un prestito oneroso pagato bene, con un diritto di riscatto a obiettivo, perché non faranno obblighi ma diritti, vuol dire che si muove. Poi qualcuno venderà in Premier League, lì 25-30 milioni sono un budget accettabile e possibile, da noi no: non c'è una delle prime sei in Italia che a gennaio metterà tali cifre sul piatto per qualcuno. Se mi smentiranno sarò ben felice ma a gennaio non credo ci saranno. Serviranno intelligenza dirigenziale, idee e soluzioni che andranno adottate".
E il Napoli?
"Garcia è saturato, chiunque arriverà al suo posto, vedrà un Napoli che dovrà correggere in corsa la squadra. Non ci sarà un investimento esoso: saranno operazioni alla Anguissa, straordinario centrocampista e bravo il Napoli a prenderlo in diritto di riscatto. Saranno giocatori alla Kim, alla Smalling, questo è quello che possiamo fare in Italia".
Facciamo chiarezza insieme su Destiny Udogie, tuo assistito, fuori dalle convocazioni di Luciano Spalletti?
"Il primo a essere dispiaciuto è Spalletti. Nelle ultime convocazioni ha dato segnali forti. Purtroppo nella gara contro lo Sheffield United, in casa, Destiny ha avuto un problema al flessore. Il Tottenham ha fatto di tutto per recuperarlo col Chelsea, partita peraltro sciagurata: ha giocato 60' prima dell'espulsione ma dopo si è ritenuto opportuno non rischiare, ci sarebbe stato il rischio di una ricaduta. Destiny fino all'ultimo tuffo ha tentato di convincere lo staff del Tottenham che per lui la Nazionale era qualcosa di eccezionale, è un ventenne che mi diceva 'vogliamo entrare nella storia, far parte di questo gruppo nella rincorsa all'Europeo vuol dire far parte della storia'".
Udogie che va in Inghilterra è una sconfitta per il calcio italiano?
"Se c'è un limite che i club italiani ancora oggi non riescono a superare è il coraggio dell'investimento. Invito chiunque e sfido chiunque a dirmi quale club italiano non voleva Udogie. Lo volevano tutti: in quella fase, l'unico che ha ritenuto opportuno accelerare è stato Gino Pozzo con l'Udinese. L'ha preso a 2,8 milioni e lo ha venduto dopo dieci mesi a 26 milioni. Ora con quello che sta facendo non ha un prezzo definito ma parlammo con la Juventus, con il Milan, con l'Inter... Destiny piaceva a tutti, tutti lo avrebbero voluto ma in quel momento non c'era lo slancio per definire questa operazione. Non investiamo sugli italiani è un luogo comune capitato anche a Udogie".