Retegui mancava all'appello da ben quattro partite. Almeno in Champions League
Il primo tempo perfetto dell'Atalanta a Berna, sporcato solamente dal primo gol subito nella competizione da Carnesecchi, ha diversi volti. Un Charles De Ketelaere in serata di grazia con un gol e tre assist, la cavalcata di Kolasinac fino alla porta avversaria, le giocate intraprendenti (e persino un po' spiazzanti) di Kossounou. Però la scena, come spesso accade, se la prende l'italoargentino che ha conquistato Bergamo in poco più di tre mesi: Mateo Retegui ha segnato per la prima volta in Champions League, dopo quattro partite da scena muta. Contro l'Arsenal aveva sbagliato il rigore della possibile vittoria, oltre che al tap-in che ha permesso a Raya di salvare tutto e fissare lo 0-0.
Invece questa sera a Berna la sua stella si è accesa, forte e chiara. Prima il solito gol da rapace d'area, mentre il secondo è da vero centravanti, quello che riesce a far fuori seccamente il proprio avversario diretto e poi infila dietro le spalle del portiere, con la freddezza di chi sa benissimo quello che fa di professione. Il killer, verrebbe da dire a più riprese.
Quattordici gol fra Serie A e Champions League, in diciotto partite. Quasi implacabile, considerando il minutaggio: prima di oggi era un gol ogni novantuno minuti, evidentemente la situazione migliorerà, magari non drasticamente, dopo la partita della Wankdorf Arena. Non male per chi è arrivato in fretta e furia, a inizio agosto, per sostituire l'infortunato Scamacca.