Paganini: “Motta capro espiatorio. Manca società forte alle spalle”

A Maracanà, nel pomeriggio di TMW Radio, è stato ospite il giornalista Paolo Paganini.
L’Inter deve dare continuità al progetto rinnovando il contratto a Inzaghi?
“Magari dopo quattro anni si cercano stimoli diversi. Inzaghi in estate ha avuto la corte serrata del Liverpool, per lui vedo un futuro all’estero se dovesse lasciare l’Inter. È in corsa su tre fronti e sta andando più forte dell’Inter di Mourinho, se dovesse vincere la Champions diventerebbe uno dei primi tre allenatori al mondo e a quel punto può anche decidere per un’altra avventura. La filosofia dell’Inter negli ultimi anni è quella di andare sui parametri zero. Ha preso Thuram, Zielinski, Taremi a zero, la società ha dato una linea guida chiara poi c’è Oaktree che ti dice che vuole valorizzare il patrimonio e può cambiare la filosofia puntando sui giovani. Quando hai due dirigenti come Marotta e Ausilio hai una base estremamente solida con cui puoi costruire. La società è fondamentale, se hai solidità finanziaria e due dirigenti di questo calibro parti molto avanti”.
Cosa non sta funzionando in casa Juventus?
“Motta è diventato il capro espiatorio, io lo conosco e conosco il suo lavoro. È un costume italiano, deve pagare sempre e solo l’allenatore. Sicuramente ha fatto degli errori l’allenatore, ma devi avere una società forte alle spalle. La campagna acquisti della Juventus l’ho detto dall’inizio, sei partito con una sola punta di ruolo comprando tanti esterni. Hai strapagato Koopmeiners e storicamente chi esce dall’Atalanta difficilmente si impone. Si è fatto male Bremer che era il perno della difesa. Vogliamo condannare l’allenatore, ma facciamo un’analisi più profonda. Sui social si parla tanto di Motta out, come lo scorso anno con Allegri. L’analisi va fatta su un discorso a 360 gradi, la missione di Giuntoli era di ringiovanire la squadra e abbassare il monte ingaggi. Questo lo ha fatto, ma non sta ottenendo risultati e di conseguenza i tifosi si arrabbiano. Non può essere Motta l’unico colpevole. La proprietà ha detto a Giuntoli di abbassare il monte ingaggi e svecchiare la squadra, l’obiettivo era quello. Chi conosce gli spogliatoi però sa che per andare avanti devi avere una spina dorsale di giocatori d’esperienza, alla Juventus questo non c’è. Danilo non è Beckenbauer, ma ti serve”.
