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Mourinho indica la luna per far guardare il dito. Perché Lukaku è un caso diverso

Mourinho indica la luna per far guardare il dito. Perché Lukaku è un caso diverso TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
giovedì 26 ottobre 2023, 09:45Serie A
di Ivan Cardia

José Mourinho non siede da tredici anni sulla panchina dell'Inter. Nonostante questo, è ancora amatissimo dai tifosi nerazzurri, e pensando al triplete viene da dire che ci mancherebbe altro. Quello di cui sopra, però, è un dato di fatto: il tecnico portoghese allena la Roma, lavora a Trigoria, è stipendiato dai Friedkin, risponde a Tiago Pinto e soprattutto ai tifosi giallorossi. E quindi, come ha sempre fatto in carriera, nonostante l'affetto ricambiato con la parte nerazzurra di Milano, fa il suo lavoro nell'unico interesse della Roma.

Il maestro all'opera. Si devono leggere così, e non altrimenti, le dichiarazioni che tanto hanno fatto discutere il popolo nerazzurro nella giornata di ieri. Dirigere l'attenzione, del resto, è la cosa che da sempre riesce meglio al tecnico di Setubal, non più tanto Special One nell'ultima decade, almeno a giudicare dai risultati in panchina. Più del confronto con lo Slavia Praga di questa sera, Mourinho ha pensato a quello di domenica in quel di San Siro, con il ritorno di Romelu Lukaku - a meno di sorprese - come piatto principale. Il portoghese, ma assicura che questo è un caso, lo guarderà dal pullman come un anno fa, quando espugnò il Meazza nerazzurro. E in questi giorni pensa soprattutto a caricare il centravanti belga, che si troverà di fronte cinquantamila fischietti: idea geniale, per quanto rumorosa, che ha l'encomiabile obiettivo di evitare insulti di altra e ben più squallida natura. Quantomeno, di provare a coprirli. Dell'attenzione particolare dedicata al suo giocatore, almeno a parole, Mourinho si sorprende.

Ma Lukaku è un caso diverso da tutti quelli che ha citato José. Che, per inciso, lo sa benissimo. O meglio, è simile nell'antipatia sportiva - di odio preferiamo non parlare - che gli ex tifosi hanno riservato ad almeno due su tre degli esempi fatti. Calhanoglu non è certo molto amato tra i sostenitori del Milan, così come Cannavaro non è l'ex più amato dai tifosi dell'Inter. Giustamente in entrambi i casi, aggiungiamo. Nel caso del belga, però, si va oltre: Lukaku ha voltato le spalle a metà estate, nel silenzio. E proprio qui sta il tema.

Della storia, forse, si perde il focus: in viale della Liberazione il tema non è mai stato il flirt con la Juventus, quanto l'averlo tenuto nascosto a dirigenti, allenatore e compagni di squadra. È lì che si è rotto qualcosa, questa volta in maniera definitiva, tra Romelu - che, chiariamo: quando vorrà, se vorrà, avrà diritto a una sua versione fin qui soltanto promessa tra le righe - e l'Inter. Non intesa solo come società e nemmeno come tifosi: a sentirsi traditi, e infine a dire no, sono stati proprio i giocatori dello spogliatoio di Simone Inzaghi, tecnico che peraltro fino all'ultimo si era speso per riavere a disposizione Big Rom. Non è un dettaglio della vicenda, ma il nodo centrale. E Mourinho, che gli spogliatoi li frequenta da più di trent'anni, lo sa benissimo.

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