Morata a 360°: "Milan e Real hanno la stessa aura. Leao tornerà a farci vincere"
L'attaccante del Milan Alvaro Morata ha concesso una lunga intervista a The Athletic toccando tantissimi temi dell'attualità rossonera in vista del match di Champions League contro il Real Madrid, una delle tante sue ex squadre:
Real Madrid e Milan hanno la stessa 'aura'?
"Assolutamente. Ed è esattamente ciò che mi piace. Prima di arrivare al Milan tutti mi dicevano che l'aria che si respira qua è differente. Lo percepisce anche solo ad arrivare e mangiare al ristorante di Milanello. Ti guardi attorno e vedi i giocatori che hanno vinto col Milan. Per me, il Milan ha sempre avuto un ruolo importante nella storia del calcio".
Quindi alcuni ricordi del passato legati ai rossoneri:
"Mia sorella mi regalò una maglia di Kaka. Ricordo il suo gol contro il Manchester United. Ricordo le sue scarpe, ricordo tutto di lui. Quel Milan lottava per la Champions League e ricordo le sue partite".
Il Milan può tornare ai fasti di un tempo?
"Nel calcio non lo puoi mai sapere… Lo scorso anno il Borussia Dortmund non ha fatto bene in campionato o in generale. Però hanno raggiunto la finale di Champions Leauge e chissà se quel tiro di Fullkrug fosse entrato invece che colpire il palo… Forse il Borussia sarebbe potuto diventare campione d'Europa. E' questa la bellezza della Champions League. Ogni anno squadre che nessuno si aspetta sono lì… Dobbiamo crederci. Siamo il Milan e dobbiamo puntare a vincere tutto. Se perdi contro una squadra di vertice è perché è la Champions League, ma siamo obbligati a pensare di potercela fare. Dobbiamo pensare che sia possibile".
La crescita del Milan
"Stiamo cercando i giusti meccanismi. Ora facciamo delle cose più naturalmente. Abbiamo tanti giocatori nuovi, un nuovo allenatore. Ma il tempo per adattarci è finito, dobbiamo farlo subito".
Il momento di Rafa Leao
"Rafa ha talento. E' il miglior giocatore della squadra e ha solo bisogno di continuare a fare ciò che sta facendo. E' solo una fase e a volte succede agli attaccanti. Un gol, bello o semplice, basterebbe per fargli tornare fiducia. Non è semplice. Ogni cosa che Rafa fa diventa una storia, ma lui è importantissimo per noi e ne abbiamo bisogno. Lo sa bene anche lui. Sta lavorando duramente ed è solo un momento, arriverà il suo momento e ci farà vincere".
Sulle pressioni
"Normale, ho giocato nelle migliori squadre del mondo. Normale avere pressioni giocando a San Siro, o in Champions League ed ogni volta che indossi una maglia come questa. Ogni gara porta delle responsabilità. Ma è più un privilegio che un peso. Molto giocatori darebbero qualsiasi cosa per giocare per queste squadre e io sono stato fortunato nell'aver giocato per molte di queste al massimo livello. Ne sono felice".
Il successo dell'Europeo con la Spagna
"Ho dovuto leggere che non ero abbastanza bravo per essere capitano, che non eravamo una buona squadra, che non era possibile vincere gli Europei. Non è stata una vendetta, perché alla fine della giornata non devo dimostrare il mio valore a nessuno, ma è stato grandioso. Stanno uscendo film e documentari sugli Europei e la gente potrà vedere cosa abbiamo fatto. Inghilterra e Francia hanno squadre di vertice, ma penso che siamo stati i migliori per lo spirito di squadra che abbiamo. Penso che abbiamo vinto per questo motivo. Prima del torneo, ho rilasciato un'intervista a un'agenzia di stampa spagnola e mi sono un po' incazzato perché mi hanno detto, 'La Spagna non ha un giocatore di livello mondiale. Non ha una stella'. Ho risposto, 'Per me Merino è una stella, Fabian Ruiz è una stella, Dani Olmo è una stella. Tutti loro'. I giocatori che ho menzionato sono stati tra i migliori giocatori agli Europei. Ci hanno fatto vincere. Da quel momento in poi è cambiato tutto. Erano ragazzi che non erano apprezzati in Spagna. È un peccato che abbiamo dovuto vincere gli Europei per far capire a tutti quanto sono bravi i giocatori che abbiamo in Spagna. Ecco com'è andata. Rodri? Mi aspettavo e speravo che vincesse il Pallone d'Oro".
Sui momenti difficili:
"Ho passato molto tempo a combattere contro la mia mente e, alla fine, quando non ce l'ho più fatta, ho chiesto aiuto. Non devi raggiungere il limite per chiedere aiuto e curare questo problema. Dobbiamo essere pronti a passare dal paradiso all'inferno in una frazione di secondo, per una possibilità, o per pochi centimetri. A volte quei centimetri possono fare la differenza tra fare la storia e non farla. Immagina se Olmo non fosse stato in gioco agli Europei. Piccoli dettagli come questi possono cambiare la tua vita e la tua carriera. Tutto può cambiare, quindi devi essere pronto per tutte le situazioni e prepararti mentalmente".
Sul suo ritorno al Bernabeu:
"Non penso che le cose siano cambiate molto. Ma ne sono consapevole e mi aspetto di essere fischiato e tutto il resto. È normale".
Sull'aiutare gli altri:
"Per me, il successo nella vita non è vincere un europeo, una Coppa del Mondo, una Champions League o segnare 600 gol. Il più grande successo che puoi avere è quando tutte le persone con cui passi le tue giornate, le persone con cui lavori, ti conoscono davvero. Non troverai mai un compagno di squadra, un amico o una persona con cui ho parlato e con cui mi sono aperto che non dica che sono una brava persona, e questa è la cosa più importante per me. Il mio lato nascosto è che cerco di aiutare tutti. Mi piace far sentire bene le altre persone e le persone capiranno che è per questo che sono diventato capitano e ho fatto un buon lavoro, perché ho fatto sì che gli altri dessero il meglio di sé. Quando non ti preoccupi di te stesso ma delle persone che ti circondano è una cosa molto bella".