Le pagelle della Roma - Spinazzola e Ibanez, che disastro. Passo falso di Fonseca
Lazio-Roma 3-0
(14’ Immobile, 23’ e 67’ Luis Alberto)
Pau Lopez 6- Incolpevole sui due gol, tiene a galla i suoi nella ripresa. Imprecisi alcuni appoggi, ma è per distacco il migliore della Roma in una serata da dimenticare.
Mancini 5,5 - (Dal 71’ Borja Mayoral s.v. ).
Smalling 5 - Qualche responsabilità sul primo gol di Immobile, poi non riesce a rimettere in sesto la baracca.
Ibanez 4 - Parte con un errore davvero clamoroso: scivola e regala palla, Immobile non perdona. Prosegue facendosi sverniciare da Lazzari nell’azione del raddoppio.
Karsdorp 6 - Girate al largo. Anche perché l’altro lato è decisamente più morbido. Più della sufficienza, in una gara così brutta per tutta la squadra, non gliela si può dire.
Villar 5,5 - Non illumina una Roma spenta. Elegante come sempre, questa sera senza entusiasmare. (Dal 60’ Cristante 5,5 - S’adegua alla mediocrità del resto della squadra. Sveglia nel finale).
Veretout 5,5 - Gira tanto, forse pure troppo: senza infamia e senza lode. Esce sull’altare della speranza di rimonta. (Dal 46’ Pedro 5 - Mezzo voto in meno perché da uno così t’aspetti che cambi la serata. E invece niente).
Spinazzola 4 - La sua è la corsia dove la Lazio spadroneggia: non aiuta minimamente il compagno alle spalle e così Lazzari fa quel che gli pare. Non compensa con la consueta spinta. (Dal 71’ Bruno Peres s.v. ).
Pellegrini 5 - Si vede soltanto a tratti, senza mai entusiasmare davvero. Unico romano in squadra, e purtroppo per lui senza l'alibi dei tifosi.
Mkhitaryan 5 - Il suo primo derby, farà di tutto per dimenticarlo. Un tiro sbilenco nel primo tempo è l’unica cosa da (non) ricordare della Roma fino alla fine.
Dzeko 4,5 - Ci prova a fasi alterne, ma a conti fatti proprio non ci riesce. A inizio gara cerca di mettere in difficoltà Acerbi e ha anche un paio di spunti positivi. Ma poi manca nel caricarsi sulle giganti spalle la squadra.
Fonseca 4,5 - Cambia troppo tardi l’assetto di gioco e anche alcuni elementi. E trasmette fin troppa rassegnazione ai propri giocatori, senza svegliarli. Che sarebbe il suo compito. È uno dei migliori allenatori della Serie A, non deve più dimostrarlo. Ma passi falsi così non ce li si aspetta.