Inter tra il rumore dei "nemici" e i dubbi sulla coppia di scorta: un attaccante serve, ma non c'è

Che tra Arturo Vidal e l'Inter non sia scoppiata la scintilla è cosa nota da tempo. L'ex centrocampista cileno, complici i tempi delle nuove piattaforme che richiedono anche di spettacolizzare qualsiasi contenuto e concetto, ha invitato Alexis Sanchez a fare armi e bagagli, lontano dalla prigione dorata di Simone Inzaghi in cui l'attaccante cileno si è infilato dopo la bella stagione di Marsiglia. Una bordata che sorprende poco, che nel migliore dei casi fa palo e non gol.
Tra Mkhitaryan e l'invito all'esodo. Dell'armeno si può dire e pensare quel che si vuole, anche stimarlo meno di quanto non faccia lo stesso Inzaghi - non ci vuole poi molto - ma "idiota" (parla Vidal) gli calza in ogni caso molto male addosso. Non è lui, del resto, il concorrente di Sanchez, che è tornato a Milano per giocarsi le sue carte in attacco. E fin qui, più o meno come Marko Arnautovic, non ha avuto grandi mani da mettere sul tavolo. Quanto all'invito a cambiare aria, può sembrare strano vista la storia dell'attaccante cileno, partito con buonuscita e poi tornato a costo zero, ma in viale della Liberazione si farebbe volentieri un'altra marcia indietro e un addio non dispiacerebbe più di tanto. Anzi.
L'attaccante serve, ma non c'è. O meglio: non ci sono fondi, del resto l'assalto a Buchanan è andato a segno extra-budget. Più del cileno, che è inserito nel gruppo altrimenti non si spiegherebbe la fin troppa generosità di Barella nel cercare invano di farlo segnare col Verona, ha deluso forse Arnautovic. L'usato che tanto sicuro non è stato: facile buttargli la croce addosso, per carità, ma l'impatto con l'Hellas è stato ai limiti del disastroso. E quindi una coppia di scorta all'Inter farebbe parecchio comodo: lo sanno e lo dicono pure i muri. La porta a questo scenario si aprirà solo se Sanchez dirà sì a offerte mediorientali che finora non ne hanno stuzzicato la fantasia, o magari a qualche ritorno di fiamma molto più europeo. Nel caso, bisogna essere onesti, ci sarebbe poi il problema di trovare un sostituto: a zero, o quasi, non ci sono garanzie assolute in giro. Un passo alla volta, però, è il mantra di una dirigenza che da tempo fa ormai i miracoli con i fichi secci.
