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Inter, Inzaghi-2037 non è solo una battuta. Settimana prossima nuovo vertice

Inter, Inzaghi-2037 non è solo una battuta. Settimana prossima nuovo verticeTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
venerdì 7 giugno 2024, 07:00Serie A
di Ivan Cardia

“Fosse per me, rimarrebbe all’Inter fino al 2037”. Tullio Tinti se l’è cavata con una battuta, dopo l’incontro con la dirigenza che non ha ancora portato al rinnovo di contratto di Simone Inzaghi, ma certificato il clima di grandissima armonia che si vive in viale della Liberazione. Il prolungamento, per la cronaca, non è in discussione: da sistemare ci sono soltanto le scadenze - non l’adeguamento contrattuale che porterà il piacentino a superare quota 6 milioni a stagione - col 2027 che resta un orizzonte temporale più che probabile, come vorrebbe lo stesso allenatore.

È una battuta fino a un certo punto, quella dell’agente del tecnico, che in nerazzurro assiste pure Bastoni e Darmian, oltre ad Audero chissà se destinato a rimanere. La sintonia che si è creata fra Inzaghi e la dirigenza, da un anno e mezzo a questa parte, è totale. Da un lato, una società che aspira al salto di qualità ma deve tenere i piedi per terra. Dall’altro, un allenatore che ha vissuto vent’anni a Roma, che a Milano si trova benissimo e non ha fretta di cambiare, che chiede senza alzare la voce e in campo ha alzato il livello nonostante le cessioni. Certo, tutto è da verificare in tempi di difficoltà: i protagonisti di questo rapporto lo sanno benissimo, ma la sensazione è che, appunto, dalla scorsa stagione qualcosa sia cambiato anche sotto questo profilo.

Inzaghi ieri non ha partecipato di persona al summit, come il ds Piero Ausilio, impegnato altrove per il premio Calabrese. Il tecnico si vedrà in sede fra qualche giorno, per la probabile fumata bianca definitiva e l’atteso vertice di mercato con la dirigenza. Anche qui, l’aria che si respira è molto diversa rispetto al 2023, quando un confronto era reso indispensabile anche da una stagione che comunque delle ombre le presentava. Oggi, il filo tra Inzaghi e la dirigenza è ancora più diretto e continuo, ragiono per cui di un summit non vi sarebbe neanche particolare esigenza. Il punto prima delle vacanze (almeno per chi le farà), considerato anche il cambio di proprietà, non fa però mai male.

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