Hellas, la crisi dell'attacco preoccupa. L'ultimo gol di un giocatore offensivo risale al 31 agosto
È l'eco di un allarme che ha raggiunto distanze inaudite quello che si riverbera dall'attacco del Verona. I numeri sono impietosi: appena quattro i gol siglati in undici giornate dall'intero reparto, distribuiti tra Henry (l'unico ad averne due all'attivo), Lasagna e Kallon. Troppo poco. In senso assoluto e non relativo, perché se il paragone con lo scorso anno non è scomodabile per l'evidente divario tecnico con chi fino a qualche mese fa occupava le tre caselle più avanzate, nemmeno l'oggettivo ridimensionamento del parco attaccanti e trequartisti può giustificare l'inquietante sterilità offensiva della squadra appena ereditata da Bocchetti.
È proprio questa la sfida più impegnativa piombata sulle spalle del neo-allenatore gialloblù. L'ultimo regalo del pacchetto avanzato risale addirittura al 31 agosto scorso: gol di Kallon, nell'1-1 del Castellani contro l'Empoli. Da allora, a riempire il serbatoio di reti dell'Hellas è stata principalmente la batteria di esterni (due volte Doig e una Depaoli), con un importante contributo della difesa (contro il Milan aveva illuso Gunter, a Reggio Emilia Ceccherini ha colto di sorpresa Consigli con una traiettoria beffarda). L'avvio di Henry è stato promettente (due timbri nelle prime due), ma a lungo andare il francese s'è spento. Lasagna è riprecipitato nel vecchio cono d'ombra dopo un primo scorcio di stagione scoppiettante che, per un breve periodo, era parso poter riscrivere la sua esperienza a Verona. Verdi ha lanciato segnali ma è ancora a secco, Hrustic ha pagato l'adattamento ad un nuovo campionato e ora rimarrà ai box per qualche tempo causa infortunio, Piccoli continua ad essere sostanzialmente un oggetto misterioso. E la lista potrebbe continuare.
Posto che il primo requisito per evitare la retrocessione resta la solidità della difesa, oggi la seconda peggiore in Serie A, prescindere dal contributo degli attaccanti è impensabile. E dunque Bocchetti chiede una svolta, a tutti. Ma soprattutto ai suoi giocatori offensivi. Per uscire dalle sabbie mobili di queste sei sconfitte consecutive, e far decollare (questa volta per davvero) l'operazione risalita.