Giù dalla nave a metà del viaggio: Danilo e gli altri capitani di Serie A ceduti a gennaio
In principio fu Danilo, a smentire le sue stesse parole. Aveva detto, l'ormai ex capitano e giocatore della Juventus, all'inizio del mercato di gennaio: "Voglio stare qua fino alla fine del mio contratto, non ho mai visto un capitano che abbia lasciato la sua squadra a metà stagione e io non sarò da meno". E invece, visto che Giuntoli e Motta erano di altra opinione, alla fine si è visto 'costretto' davvero a lasciare la Juventus a metà della stagione e tornare in Brasile. Se potrà essergli di consolazione, comunque, è in buona compagnia.
Sono infatti quattro, compreso lui, i capitani di squadre di Serie A che hanno salutato il gruppo di cui erano leader (almeno sulla carta e nelle gerarchie) per rigenerarsi altrove. Quattro e mezzo, se si considera che in metà delle partite di questa stagione la fascia di Pessina a Monza è stata spesso indossata da Pablo Mari (l'ha portata 9 volte nel 2024/25), riunitosi ora con Palladino: da qualche giorno è un nuovo calciatore della Fiorentina.
Gli altri, non ce ne voglia, sono tutti calibri più grossi e profili più impegnativi. Lo era per esempio Davide Calabria nel Milan, una vita in rossonero e scaricato da Conceicao, peraltro dopo una pubblica lite al termine di Milan-Parma. Lo era Joel Pohjanpalo per il Venezia, Doge agli occhi dei suoi ormai ex tifosi, ancor prima che capocannoniere e capitano della squadra. Lo era Cristiano Biraghi per la Fiorentina, prima simbolo della Viola di Italiano e poi approdato al Torino, dopo quasi due mesi da separato in casa a seguito di vedute molto differenti con il suo allenatore Palladino. Tutti rappresentanti di quel fenomeno che Danilo pensava di poter evitare, ma nel quale si è ritrovato coinvolto. Beffardamente, da pioniere.