Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Fiorentina, Mandragora: "Mi sto riprendendo tutto. Soprannome Ronaldo? Esagerazione"

Fiorentina, Mandragora: "Mi sto riprendendo tutto. Soprannome Ronaldo? Esagerazione"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca 2025
Oggi alle 13:53Serie A
di Daniel Uccellieri

Rolando Mandragora sta vivendo uno dei momenti migliori della sua carriera. Il centrocampista viola si è raccontato a La Gazzetta dello Sport, parlando di presente, ambizioni e del lungo percorso che lo ha riportato al centro del progetto Fiorentina.

“Sto vivendo un momento di grande fiducia e voglio tenermelo stretto. C’è entusiasmo. Gioco mezzala a tutto campo e mi piace. In passato ho fatto anche il play, ma è un ruolo che sta un po’ scomparendo: oggi serve più gente che copre il campo”.

Dalla cabina di regia al gol, come sintomo di maturità calcistica.
“I gol sono l’evoluzione, la maturità. Mi sto riprendendo quello che gli infortuni - al ginocchio e al piede - mi avevano tolto. Ma non cerco alibi. Palladino mi dà libertà: posso tirare, inserirmi. Però serve rapidità, mai perdere un tempo di gioco”.

Tra soprannomi vecchi e nuovi, Mandragora resta con i piedi per terra:
“Rolly, come mi chiamano da bambino. ‘Cristiano Rolando’ è un’esagerazione del momento”.

E sul rapporto con la piazza viola:
“Come sono diventato l’idolo di Firenze? Con il lavoro e aspettando il momento giusto. Non avevo iniziato male, ma poi è arrivato l’infortunio al ginocchio sinistro. La squadra ha vinto otto partite di fila e ho dovuto recuperare. Ringrazio tantissimo lo staff medico: se lo meritano, e di loro si parla sempre troppo poco”.

Giovedì arriva la semifinale d’andata di Conference League contro il Betis:
“È uno scoglio tosto. Hanno palleggio, individualità, e giocheremo in uno stadio da 60 mila. Ma noi siamo ambiziosi, abbiamo mentalità e cuore. E spero che Moise Kean possa superare il mio primato”.

Infine, un tuffo nel passato e nelle origini:
“A 14 anni ho lasciato Scampia per andare al Genoa. Non è stata una fuga, ma l’inseguimento di un sogno. Giocavo alla Mariano Keller e anche per strada a Scampia. Era l’ultimo provino. Sbravati e Donatelli ci hanno creduto. Mio padre Giustino? Il mio allenatore più severo. Pochi complimenti, tante bastonate costruttive. Ha tirato fuori tanti bambini da situazioni difficili. Insieme a mia madre mi ha trasmesso i valori veri, quelli che ti fanno crescere bene”.

Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile