Filip Stankovic e il destino incrociato con l'amico Radu (e il fratello Aleksandar?)

Riecco Filip Stankovic nel Venezia, anche se per ora, molto probabilmente, solo in panchina. Il General Manager Filippo Antonelli aveva pronosticato circa 2 mesi e mezzo, giorno più, giorno meno, per il recupero dal grave infortunio (aveva rimediato una lesione parziale del tendine rotuleo sinistro) patito contro l'Udinese ed effettivamente di tempi sono stati quelli preventivati, tanto che il figlio d'arte è stato già convocato per la sfida di domani dei veneti, contro il Milan.

E' presto per parlare di duello in porta, perché anche il tecnico Eusebio Di Francesco ieri in conferenza stampa ha lasciato intendere che occorrerà fare un passo alla volta per osservare i suoi progressi, prima di rilanciarlo in campo, aggiungendo che "il fatto che si sia allenato con noi senza sentire dolore al ginocchio è la più bella notizia". Domani fra i pali ci sarà Radu, amico ed ex compagno ai tempi dell'Inter, preso dagli arancioneroverdi per qualche mese proprio per colmare il buco lasciato dal suo stop. Con il quale poi, per le ultime sfide, entrerà eventualmente in competizione.

Anche l'Inter è spettatrice interessata della sua ripresa: il Venezia su di lui ha sia il diritto che l'obbligo di riscatto, il secondo legato a determinate condizioni, con il club veneto che ha tutta l'intenzione di farlo proprio a fine stagione. L'Inter non ha la recompra per lui, che tanto ha fatto bene fino a febbraio stupendo tutti al primo anno in Serie A, ma il diritto al 50% sulla futura rivendita.

E proprio ieri dalla Svizzera è arrivata la notizia (dal quotidiano Blick) che anche il fratello di Filip, Aleksandar, avrebbe convinto l'Inter, che avrebbe deciso di riportarlo alla base in estate per testarlo al Mondiale per Club: il Lucerna dovrebbe riscattarlo, con contro-riscatto dei nerazzurri fissato intorno ai 3 milioni di euro. Chissà che il futuro non riporti i due figli di Deki Stankovic a re-incontrarsi all'Inter? Tempo al tempo, intanto bentornato a Filip Stankovic.