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Donati: "Celtic Park pericolo per la Lazio. Occhio a Forrest"

ESCLUSIVA TMW - Donati: "Celtic Park pericolo per la Lazio. Occhio a Forrest"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 24 ottobre 2019, 10:00Serie A
di Gaetano Mocciaro

Un campionato e una coppa di Lega vinte con la maglia del Celtic e una carriera di allenatore che sta muovendo i primi passi proprio in Scozia. Massimo Donati, oggi nello staff di Angelo Alessio sulla panchina del Kilmarnock, ci parla degli hoops, la squadra più forte di Scozia che questa sera sfiderà la Lazio. In esclusiva per Tuttomercatoweb:

Massimo Donati, parliamo del Celtic del quale si conosce soprattutto la famosa atmosfera di Celtic Park che rende le partite uniche
"Abbiamo giocato contro il Celtic qualche settimana fa abbiamo perso 3-1 a Glasgow, ma eravamo in vantaggio. Chiaramente ciò che si dice dell'atmosfera del Celtic Park è vero. Le partite di coppa sono speciali, si respira un'aria veramente incredibile e la squadra supportata così dà quel qualcosa in più. Quello che si prova nel prepartita e durante è elettrizzante. Notti belle, che ho avuto la fortuna di vivere e non sarà facile per chi ci gioca contro. Tutto sommato il Celtic è una buona squadra con individualità importanti. Certo, se la prendi i nomi singolarmente la Lazio è sicuramente migliore. Ma il fattore campo può pesare".

Dal punto di vista tattico cosa ci dobbiamo aspettare?
"Hanno giocato quasi tutte le partite 4-2-3-1. Il modo di giocare è cambiato rispetto agli anni scorsi, con Rodgers dove giocavano sempre palla a terra e partivano da dietro. Con Lennon sono più pratici. Gli interessa meno essere belli ma più concreti, più palle lunghe e più battaglia rispecchiando in un certo senso quello che era il proprio allenatore quando giocava".

Da chi si deve guardare la Lazio?
"Dico Forrest. A mio avviso è l'individualità più interessante, capace di accelerazioni incredibili oltre ad avere fisicamente robusto. C'è anche Edouard che ha un grande fisico e colpi importanti. E poi Christie che ha iniziato molto bene la stagione, segnando tanto".

Un Celtic diverso rispetto ai tuoi tempi, forse meno forte
"Non saprei dire se il livello è sceso. Ai miei tenmpi era una bella squadra, avevamo dei giocatori come Vennegor of Hesselink, Boruc, Nakamura e superavamo i gruppi di Champions. Adesso è una squadra diversa, ci sono giocatori che si devono ancora affermare ma il livello non è male".

Quanto è stato importante il ritorno dei Rangers anche per lo stesso Celtic?
"Il campionato è pi avvincente, chiaramente c'è più lotta per vincere il campionato e tutto il sistema ne trae beneficio. Purtroppo a livello di Nazionale i risultati ancora non arrivano".

Come valuti fin qui il cammino della Lazio?
"Sicuramente il telaio è buono. In una piazza come quella della lazio se fai bene devi poi dare un seguito, c'è bisogno di risultati. Quest'anno in Europa League va così e così, manca continuità. Come individualità la Lazio sicuramente la vedo migliore ma in un ambiente così, come quello di Celtic Park, la vittoria è tutt'altro che scontata".

Cambiando argomento, ma restando alle squadre italiane: sei cresciuto nell'Atalanta, ora in Champions. Che effetto ti fa?
"Sono orgoglioso di quello che sta facendo, le partite di Champions non sono andate bene ma vederla giocare è uno spettacolo. C'è un'organizzazione di base a livello societario eccellente, oltre a un allenatore bravissimo. Mi inorgoglisce vederla esprimersi a certi livelli".

Da ex milanista invece come vedi questa crisi senza fine?
"Non so chi ha sbagliato di più ma la programmazione non è stata fatta nei modi migliori. I budget fanno la differenza ma credo che si sia sbagliato qualcosina. Il tempo magari dirà che hanno fatto la cosa giusta, puntando sui giovani ma se cambi allenatore e Giampaolo è un bravo tecnico significa che sopra hanno sbagliato. È un peccato per il Milan che una volta era sul tetto del mondo e ora si barcamena così".

Parlando di te, come va la nuova vita da allenatore? Hai deciso di iniziare proprio in Scozia
"Al Kilmarnock va bene, all'inizio abbiamo fatto un po' fatica, con le metodologie di allenamento che non potevamo cambiare totalmente. Non si poteva passare direttamente alla metodologia italiana con un gruppo abituato in modo diverso e abbiamo fatto fatica. Adesso le cose si sono sistemate, va molto meglio abbiamo trovato una compattezza importante, In 7 partite su 9 non abbiamo subito gol, risalendo la classifica".

In cosa in Scozia differiscono maggiormente?
"Vogliono andare a mille all'ora sempre, dall'inizio alla fine. Pensano meno al fatto del sapersi muovere in campo, interessa meno l'essere organizzati ma pensano a spingere al massimo e su questo sono da apprezzare, ma nel calcio serve l'organizzazione di gioco".

Il calcio è vissuto in modo anche più rilassato
"Racconto un particolare: qui finisce la partita e si incontrano in una stanza i due staff, gli allenatori e si commenta la partita, ci si beve una birra e si commenta come sono andate le cose.Una cosa bella, perché felice o arrabbiato ti ritrovi a discutere del più e del meno. E non succede solo ai piccoli club ma anche al Celtic".

Ti rivedremo in futuro in Italia?
"Avevo l'obiettivo di iniziare qua e qua sono. So quali sono gli obiettivi, non li dico e ho intenzione di rimanere nel mondo del calcio. Che sia nel Regno Unito, in Italia o in Giappone poco cambia, perché il calcio è bello ovunque".

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