Carmignani: "Ancelotti, concreto e flessibile. Sa intervenire e non ha il paraocchi"
Le copertine di oggi sono tutte per Carlo Ancelotti. Il suo Real Madrid ieri ha compiuto l'impresa di approdare in finale di Champions al termine di una grande rimonta contro il City di Guardiola. "Era già un allenatore in campo, quando giocava", dice di Ancelotti Pietro Carmignani che negli anni Novanta lo ha tenuto quasi a battesimo con il ct Sacchi nella Nazionale (fu lì che l'allenatore del Real iniziò la sua nuova carriera). "Nel corso del tempo si è meritato la possibilità di guidare grande squadre come Milan, Real, Chelsea, Psg. Le sue capacità tecniche e tattiche sono rilevanti - dice a Tuttomercatoweb.com - e ha avuto anche la possibilità di allenare tanti big".
Cosa può avere di veramente speciale Ancelotti?
"La concretezza. E' un allenatore che ha sì le sue teorie e la sua filosofia ma non è un integralista. Sa capire cosa serve alla squadra. Sa intervenire e non ha il paraocchi".
E' il miglior tecnico in assoluto adesso?
"Non c'è un premio per il miglior allenatore. Ma c'è chi vince e gli allenatori vincono anche grazie ai grandi giocatori. Guardiola, Lippi, Mourinho, per fare degli esempi, hanno avuto grandi squadre e hanno vinto anche per questo motivo".
Poi però occorre saper gestire i big...
"Certo. E Carlo sa gestirli. Non alleni le big se non hai certe qualità morali. Bisogna sapere quando è il momento di una carezza o quello di un ceffone. E Ancelotti sa capire le situazioni. Sul piano della gestione della gara Guardiola sembra bearsi della prestazione ma se vinci due a zero non puoi prendere gol in contropiede. Carlo da questo punto di vista sa come portare a casa il risultato".
E' anche fortunato...
"Ci vuole anche questa componente, ma appunto è un plus che si inserisce in un quadro in cui ci sono tante altre qualità. Carlo, ripeto, ha la sua filosofia ma sa adattarla alle esigenze della squadra e all'avversario che incontra".