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Chiellini a 360°: "La Juventus è un po' in tempesta, ma la nave arriverà sicuramente in porto"

Chiellini a 360°: "La Juventus è un po' in tempesta, ma la nave arriverà sicuramente in porto"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 24 settembre 2021, 19:45Serie A
di Simone Bernabei

Il capitano della Juventus e dell'Italia Giorgio Chiellini è intervenuto durante la Italian Tech Week 2021. Questo il suo lungo pensiero a la Repubblica sulla crescita tecnologica, con un inevitabile passaggio sul momento bianconero e sull'Italia: "Mi piace tenermi informato, aggiornarmi, sono appassionato di tecnologia. Nel mondo del calcio ho sfruttato tutto l'avanzamento tecnologico, dei dati e dei video su me stesso, se sto ancora giocando è grazie all'uso dei gps per esempio, che ci danno live i dati dell'allenamento. Nella preparazione delle partite pure, con i match e i video analyst e io li sfrutto molto, la sera prima della partita passo 30-40 minuti a studiare video e situazioni degli avversari. Anni fa questo non era possibile. Sono poi mezzi importanti per lo scouting, ti danno dati oggettivi che un acuto osservatore può sfruttare per il proprio lavoro".

La tecnologia che mi è più utile? "Per lo studio degli avversari i video sono importanti. Ci sono tante applicazioni famose che ti danno azioni particolari in particolari circostanze. Poi la cura della persona, della performance, della prevenzione... Ci sono mille dati, se uno vuole capirli può utilizzarli anche per durare di più".

Aiuti anche sugli infortuni? "Mio padre è chirurgo. Anni fa se ti facevi male al ginocchio ti aprivano tutta la gamba, ora con l'artroscopia bastano 3 buchi per sistemare tutto. Gli interventi sono sempre meno invasivi, anche se poi i tempi biologici restano perché non si può andare contro natura".

I social nel calcio? "Sono old school, alcuni la vivono più attivamente nel quotidiano. Io li utilizzo per restare vicino ai tifosi e per condividere messaggi a cui tengo. Mi piace mantenere la mia privacy. Non leggo tutti i commenti e tutti i social, da un lato dico di fregarsene anche se servirebbe qualche controllo in più. Se si parla però solo degli haters si perde il senso vero, che è quello di tenere in contatto in tutto il mondo i tifosi con i propri idoli".

L'utilizzo dei social per scopi di utilità e il progetto Insuperabili? "E' una scuola calcio che ho fondato insieme ad altre due persone e adesso ha 16 sedi in Italia, in ampliamento fino a 25. Sta facendo degli spot in giro per l'Europa e anche in Medio Oriente, prima del lockdown. Grazie alla tecnologia si riesce a raggiungere una più vasta selezione di persone che possono dare una mano e che possono essere aiutate. L'idea è migliorare la vita di tanti bambini meno fortunati grazie al pallone".

Il VAR come strumento tecnologico? "Ogni forma di avanzamento tecnologico ha bisogno di tempo per essere accettato, ma porta miglioramenti nello sport e nella vita. Le nuove generazioni, quando giocano a calcio, si divertono a far finta di utilizzare il VAR. Questo fa capire che se per noi è strano, per le nuove generazioni sarà normale. E' l'evoluzione della specie, l'evoluzione del calcio, sono cose fisiologiche. Se e quando saranno negative si potrà tornare indietro e cambiare, ma non sperimentare sarebbe un errore".

Il meme con Bukayo Saka? "Non credevo di diventare un meme così importante per un fallo derivante da un mio errore in cui sono stato veloce a capirlo e trovare velocemente una soluzione. Non mi sarei aspettato questo clamore, che diventasse il meme dell'estate".

La vittoria di Wembley? "Emozioni indescrivibili, che ci hanno legato l'un l'altro ancora di più. Resterà indelebile nella nostra storia e nella storia del calcio italiano, iniziamo adesso ad assaporare quello che abbiamo fatto. A 37 anni, con la vittoria internazionale che mancava, farlo con la maglia della Nazionale ha un valore incalcolabile".

L'inizio di una grande estate di sport per l'Italia... "L'abbiamo vissuta insieme a Berrettini, il pomeriggio lo stavamo guardando. Poi ho riposato, perché la sera avevo un po' di impegni... Abbiamo lanciato un'estate indimenticabile per lo sport italiano, non so quanto mai realizzabile nuovamente. Avevo conosciuto anche il gruppo della scherma, anche loro qualche medaglia l'hanno portata. Avevo parlato con Bebe Vio, ho sentito Tortu... Ci siamo caricati a vicenda e abbiamo condiviso le gioie col popolo italiano".

La prima partita Roma col pubblico? "Noi abbiamo giocato la prima col pubblico e risentire l'affetto di tutti, l'entusiasmo del popolo italiano, di un'avventura che stava salendo... Era un tam tam continuo, nello stato mentale in cui eravamo ci galvanizzava. Per raggiungere certi risultati serve andare anche oltre l'ordinario. Siamo una buona squadra, ma non eravamo certamente quelli più forti".

Perché ce l'abbiamo fatta? "Scelgo l'allenatore, che ha reso possibile questo cambiamento in 3 anni".

Cosa sta succedendo alla Juventus? "Come in tutte le cose, serve tempo per trovare un equilibrio. Quando ci sono grossi scossoni, ambientali e non, ci vuole tempo per riassestarsi e ripartire. Nel mondo di oggi non c'è pazienza e non c'è tempo, siamo sempre in movimento, sempre tutti di corsa. Bisogna cercare di ottimizzare il tempo, ma la realtà è che serve avere pazienza e mantenere il giusto equilibrio, la nave salda, anche col mare in tempesta. In questo momento siamo un po' in tempesta ma in porto ci arriveremo. Ancora tutto possibile? Sì, il tempo c'è e la nave in porto arriverà, se ammaccata o a vele spiegate lo vedremo più avanti. Con tanto lavoro e sacrificio ce la faremo, insieme a passione e disciplina. Sono valori di cui abbiamo bisogno noi e il mondo in generale".

Il pubblico sugli spalti? "Stiamo tornando a vivere un po' tutti. Magari per la normalità di due anni fa servirà un po' di pazienza... Lo stadio al 50%, andiamo al cinema, in teatro, in palestra, non ci ricordavamo neanche più come fosse".

Ci sarò in Qatar 2022? "I dati dicono che in questo momento sto discretamente bene, se sarà bravo e fortunato ad avere continuità nel prossimo anno potrei anche esserci. Bisogna però pensare al presente e non troppo al futuro".

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