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Calcagno (AIC): "Superlega, tempistiche sbagliate. La nuova Champions non mi convince"

Calcagno (AIC): "Superlega, tempistiche sbagliate. La nuova Champions non mi convince"TUTTO mercato WEB
lunedì 26 aprile 2021, 09:30Serie A
di Lorenzo Di Benedetto

Umberto Calcagno, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori, ha parlato a Radio Rai in merito al caos Superlega: "Le modalità e le tempistiche con la quale è stata annunciata la Superlega sono state sbagliate, anche se al momento sembra tutto tramontate. Il mancato coinvolgimenti dei calciatori è stato un errore, se fosse partita la Superlega non sarebbero stati interpellati prima e questo non va bene. Non sono appassionato al tema delle sanzioni e tutto il resto. I calciatori vorrebbero giocare un po' meno per tutelare la loro salute e le competizioni sportive, per non parlare dello spettacolo".

La strada però sembra tracciata, si giocherà di più.
"Mi piace poco anche la riforma della Champions League, si giocheranno subito 10 partite e non credo che sarà un beneficio per lo spettacolo. Dobbiamo capire come cambiare la tendenza, il calcio ha sperperato troppi soldi negli ultimi anni. La passione deve essere al centro di tutto, poi i calciatori sanno che le risorse possono venire fuori solo dalle competizioni internazionali".

Ha la sensazione che il calcio inizi a non piacere alla gente?
"Credo che alla gente piaccia poco tutto ciò che ruota intorno al calcio ma non possiamo fare finta che gli aspetti finanziario non sia importante. Non possiamo uscire da queste dinamiche ma dobbiamo salvaguardare gli introiti non dimenticando l'aspetto sportivo e il merito sportivo. Queste due cose devono essere coniugate e dobbiamo capire anche come massimizzare gli introiti, senza magari aumentare il numero di partite. Il numero di infortuni è superiore al normale, i calciatori giocano tanto e non hanno respiro, soprattutto se si pensa a coloro che giocano anche in Nazionale. Adesso ci sono anche gli Europei, saranno i più particolare di sempre".

Come mai i giocatori italiani non hanno parlato in merito alla Superlega?
"Non sono stati coinvolti e per questo si è deciso di aspettare. Abbiamo fatto un comunicato e l'atteggiamento vuole essere costruttivo. Rischiamo di pensare solo alle sanzioni senza capire come risolvere il problema. Dobbiamo anche cercare di limitare certe esagerazioni del nostro mondo, dovremo studiare qualcosa per non far spendere a tutti più di quello che hanno. L'eccessivo indebitamento non deriva dal Covid".

Il protocollo anti Covid ha funzionato in Serie A, a parte qualche caso.
"Il mio auspicio è che gli atleti possano essere vaccinati, non attraverso dei privilegi ma perché la campagna vaccinale possa andare avanti. Spero che all'inizio della prossima stagione possa essere tutto a posto. Le storture nel protocollo ci sono state ma è normale".

Cosa pensa del Salary Cap per limitare gli stipendi?
"Lo abbiamo avuto in Serie B ed è stato un fallimento. Credo sia riduttivo anche per i dirigenti, non sono d'accordo. Sui budget totali ci stiamo lavorando in Serie C. Gli introiti negli ultimi 10 anni sono cresciti esponenzialmente ma i debiti sono andati di pari passo. Questo non va bene, in Germania hanno fatto le cose al meglio a differenza di ciò che è successo in Italia. Gli stadi sono un problema e la burocrazia frena tutto".

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