Cafu: "Maldini simbolo del Milan, non so perché non sia lì. Dopo la Roma fui vicino al Giappone"
L'ex terzino del Milan Cafu oggi è stato protagonista come ospite del "Festival dello Sport" a Trento. L'ex numero 2 rossonero ha raccontato la sua carriera dalle origini fino alle felici esperienze in Italia con le maglie di Roma e, appunto, Milan. Queste tutte le sue dichiarazioni riportate dal portale MilanNews: "Ho imparato tanto dall’Italia e al Milan ho avuto compagni eccezionali. Maldini è il simbolo e la faccia del Milan. Per me lui deve stare lì, in questo momento io non so perché Paolo non sia al Milan".
Le parole di Cafu sulla fine della sua esperienza al Milan: "Nel 2006 ho detto a Galliani che nel 2008 me ne sarei andato perché volevo tornare in Brasile da mio padre. Estate 2008: due mesi prima mi chiamano Galliani e Leonardo. Sono andato in ufficio e mi hanno dato un altro anno di contratto. Ho detto che era un enorme piacere ma che me ne sarei andato. Ero molto felice ma volevo tornare a casa. Era arrivata la fine e sono andato via".
Il ricordo di Cafu del suo Milan: "Eravamo una squadra che correva tantissimo, io ero sempre al massimo dal punto di vista fisico. Se sto bene poi in campo ci penso io... Ancelotti era allenatore, padre, fratello. Per me lui è stato tutto. Berlusconi? Lui era impressionante, ogni giorno aveva in testa una tattica. Veniva a Milanello e ci dava consigli. Fantastico. E rispettava tutti i giocatori".
Le parole di Cafu sul suo trasferimento al Milan: "Dopo la Roma dovevo andare in una squadra giapponese che mi aveva già depositato i soldi nel conto. Io ho chiamato e ho detto: 'Ragazzi, ho un piccolo problema. Mi ha chiamato il Milan'. Io sono andato al Milan e loro si sono un po' arrabbiati con me. Il Milan non mi pagava come la squadra giapponese, ma capita, era il Milan".